E' bene manifestare contro la guerra tra Ucraina e Russia, ma avendo ben chiaro che non è iniziata il 24 febbraio di un anno fa. Perché è quello che raccontano i sostenitori di questa guerra per giustificare l'invio di armi e magari a breve, anche di istruttori militari e soldati combattenti. Il 24 febbraio 2022 si è intensificato lo scontro in atto già da molti anni, tra Russia e la Nato. Gli Ucraini, che ci hanno messo del loro, sono diventati la carne da cannone e da missile, in futuro, da atomica, del vero scontro in atto che è guidato dagli Stati Uniti che vogliono conservare quell'egemonia mondiale di cui hanno goduto fino a ieri e che oggi è messa in pericolo dai paesi emersi o emergenti, tra cui la Cina. In questa guerra non ci sono buoni e cattivi ma solo cattivi, e tra i cattivi dobbiamo mettere anche l'Italia che è un paese a sovranità limitata dalla Nato, cioè dagli Stati Uniti. Come diceva il vecchio poeta Brecht, si marcia verso la guerra ma il nostro vero nemico è alle nostre spalle e ci dirige.
Di fronte a questa situazione mi domando quanto sia stata efficace la nostra mobilitazione per contrastare la guerra. Abbiamo manifestato, marciato, protestato, usato la stampa e internet, abbiamo fatto convegni, dibattiti, riunioni, pubblicazioni e preso iniziative di ogni genere ma la guerra è andata avanti lo stesso, il nostro paese ha continuato a finanziare l'invio di armi agli ucraini, in quantità sempre maggiori. Direi che è aumentata anche l'ottusità di chi giustifica questa guerra fissandone l'inizio al 24 febbraio scorso, come se questa guerra fosse nata come un fungo, all'improvviso, e non avesse avuto cause recenti e remote e non avesse come scopo finale, non tanto la libertà del popolo ucraino, ma altri meno nobili interessi come l'egemonia dei mercati o il risanamento del bilancio federale statunitense. Certo anche dall'altra pare, dalla Russia, ci sono molti interessi poco nobili: il nazionalismo, l'imperialismo, la volontà di acquistare un ruolo di potenza mondiale, il controllo degli stesi mercati, i propri bilanci statali. ma noi in questo momento, dobbiamo preoccuparci di cosa fare, qui e ora, per non aggravare le nostre responsabilità e complicità in questa terza guerra mondiale. E dobbiamo agire e organizzarci per ostacolare l'allargamento di questo conflitto, per favorire il cessate il fuoco e l'avvio di trattative di Pace. Non ho soluzioni da proporre se non l'intensificazione della nostra militanza pacifista. Dobbiamo diventare ancora più presenti in mezzo alla gente, per parlare di pace, per far capire cosa è veramente questa guerra, per far chiarezza sulle falsità propagandistiche che ogni giorno ci spacciano i giornali e la tv. Perché le manifestazioni sono ormai per i militanti, ci vengono quelli che sono già convinti.E' bene farle, rendono visibile l'esistenza di chi non ha appaltato il cervello alla Nato, magari in nome della nostra Resistenza del '43-'45, e ci danno coraggio. Però ormai non bastano, bisogna organizzare una nostra presenza più capillare, più intensa, più chiara. Bisogna stare,agire in mezzo alla gente, non aspettare che venga alle manifestazioni. Prima che sia troppo tardi, perché più avanti va questa guerra e più si restringeranno gli spazi per poter parlare liberamente di Pace. Dobbiamo non solo essere disertori della guerra ma predicare e propagandare la diserzione. Non dobbiamo più inviare armi a nessuno. Dobbiamo diventare un intero paese che diserta. Sappiamo che la maggioranza del popolo italiano, già ora, non vuole la guerra. Dobbiamo fare in modo che questa maggioranza cresca e diventi visibile, mobilitata, decisa ad opporsi, a praticare la disobbedienza civile e a disertare dalla guerra se i nostri governi decidessero di farsi coinvolgere ancora di più. Il tempo che ci rimane è poco se non arrivano trattative di pace; lo sbocco finale è inevitabilmente, la guerra nucleare, una guerra assolutamente ingiusta dopo la quale resterebbe solo il deserto atomico a rappresentare la pace.
Ferdinando Sanguinetti, presidente Anpi Provinciale
Carrara, 24 febbraio 2023