Credo che l'Accademia Apuana della Pace debba proporre a chi la segue un pensiero di simpatia e solidarietà per Josef Schiffer. Josef oggi è molto vecchio (ha compiuto 96 anni il 19 febbraio) e la sua salute e lucidità non è più quella che aveva fino a pochi mesi fa. Parla bene italiano.
La sua storia è legata ad Aulla e Pallerone. Era soldato (artificiere) dell'esercito tedesco, in cuor suo contrario al nazismo e alla guerra. Era responsabile della polveriera di Pallerone. Durante l'occupazione aiutò in molti modi, anche a proprio rischio, la popolazione italiana locale. I vecchi di Aulla e Pallerone lo ricordano ancora con affetto, come ho constatato fino a qualche anno fa. Gli storici locali hanno documentato la sua vicenda. Io sentii parlare di lui a Bagnone, nel 1945 (ero là, bambino, durante il tempo di guerra), quando avevo 9 anni e mezzo. In quei giorni di fine aprile, i partigiani fucilarono a Bagnone tre soldati tedeschi, inermi, rimasti anonimi, che avevano perso il contatto coi reparti in ritirata. Fu un'azione ingiusta, a guerra già finita. Imparai allora per sempre che l'uso delle armi, anche quando è giustificabile, come nella lotta partigiana in quel tempo, disumanizza chi le usa.
Schiffer si salvò dalla fucilazione perché ci fu chi ricordò il suo aiuto alla popolazione di Pallerone e Aulla. Nella ritirata, disobbedì all'ordine di far saltare la polveriera di Pallerone, per evitare altri danni alla gente. Salvò l'apparenza, mettendo le micce, facendole passare dentro una siepe, dove le tagliò.
Cinquant'anni dopo, nel 1995, con quel ricordo da bambino, lo cercai e, con l'aiuto di una giornalista del luogo (Schiffer era rimasto in Italia dieci anni dopo la guerra), lo rintracciai a Duesseldorf. Lo conobbi, col suo carattere allegro e scherzoso, quando il Comune di Aulla gli diede una medaglia d'oro. Ottenni che Scalfaro lo nominasse commendatore. Venne altre volte in vacanza in Italia e per incontri molto belli ad Aulla. Amava le Cinque Terre, la Versilia, e il carattere degli italiani. Un affresco lo raffigura nel piccolo santuario della Madonna di Carafà, a Pallerone. Il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, sollecitato per via diplomatica, gli diede un premio al valore civile. E' venuto anche a Torino, ricevuto dal Sindaco Castellani e dal presidente dell'ANPI, nel Centro Studi Sereno Regis.
Io andai almeno tre volte a trovarlo in Germania, dove ho fatto conoscere il più possibile la sua storia di uomo di pace dentro la guerra. Era felice di poter parlare ai ragazzi nelle scuole. Fui invitato a tenere il discorso nella cerimonia di premiazione nella Rathaus di Duesseldorf. Sono rimasto in contatto con lui fino a pochi mesi fa, con simpatiche telefonate e lettere. Ho scritto una quantità di articoli sul suo caso, nella piccola stampa della pace e nonviolenza.
Josef Schiffer nella guerra fu più uomo che soldato. Fu costruttore di pace non prima, non dopo, ma dentro la guerra, che è l'azione più difficile.
Chi lo ricorda in Lunigiana, o apprezza la sua testimonianza semplice e cordiale, abbia un pensiero per lui. Chi vuole esprimerglielo può scrivere a me (
Enrico Peyretti, Torino, 5 marzo 2010