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Testimonianza sulla marcia (Pietro Baruffetti, AAdP)

Erano 7 i pullman di partecipanti provenienti dalla nostra zona per la 16a edizione della Marcia per la Pace e la Giustizia, da Perugia ad Assisi, di domenica scorsa. Dai "marciatori" locali ci giungono molte ed entusiaste testimonianze, che, almeno in parte, riescono a farci intravedere il variegatissimo "Mondo della Pace", e perchè oltre 200.000 persone domenica scorsa, sfidando la pioggia prevista (che effettivamente ha "bagnato" la Marcia, con un furibondo temporale di una ventina di minuti) abbiano voluto essere alla Perugia Assisi, per testimoniare personalmente la voglia di Pace e Giustizia. La voglia di una politica dal basso, la voglia di essere protagonisti in prima persona del cambiamento che chiediamo. La richiesta che le priorità del mondo non siano quelle dettate dagli interessi di parte, dallo sfruttamento del pianeta e dei suoi abitanti, ma dalla ricerca di una reale giustizia e condivisione, la sola "arma" che potrà sconfiggere la guerra, il terrorismo e la miseria. La Marcia di quest'anno era per chiedere ai sedicenti "grandi" della Terra, che si riuniranno all'ONU dal 14 al 16 settembre prossimo, impegni seri e non solo dichiarazioni di facciata, regolarmente non mantenute, in merito al disarmo, alla lotta alla miseria, alla risoluzione nonviolenta dei conflitti aperti nel mondo ed all'interno delle società. La marcia è apparsa una volta di più come "specchio" che riflette il mondo (qual'è e come lo vorremmo - non a caso il fortunato slogan della Marcia del 1999 fu "Un altro mondo è possibile: costruiamolo insieme").A cominciare dai partecipanti: sempre più a titolo personale o sotto la sigla di associazioni e movimenti che promuovono pace, giustizia, rispetto ambientale. Con una marea di bandiere della pace (introdotte, lo ricordiamo, proprio nella prima edizione del 1961, promossa dal movimento italiano per il disarmo e da Aldo Capitini) e sempre meno (per fortuna) bandiere di partiti. Anche se, nei giornali e nei media, non è mancato l'uso strumentale della marcia da parte di chi, almeno a parole, ne condivide o non condivide le motivazioni e gli ideali. Un mondo ricco e complesso che unisce i giovani reduci dalla Giornata Mondiale della Gioventù ad alcuni gruppi anarchici, chi si è fatto tutta la marcia (22 km) a piedi scalzi e chi (politicanti in prima fila) ha fatto la "comparsata" nei primi e/o negli ultimi km; il gruppo degli Are Krishna con il loro carretto-tempietto trainato da una mucca (sacra?) oppure le scuole (fra cui istituti d'arte con cartelli o striscioni veramente bellissimi), i comuni (molti rappresentati dai loro sindaci che marciavano in mezzo ai loro concittadini organizzati con magliette e presenze coordinate); dai gruppi che suonavano e cantavano alle botteghe del mondo che lungo il percorso vendevano, a prezzo di costo, prodotti biologici e del Commercio Equo. Un "regno" della creatività che 3 persone del gruppo di Massa, che erano a Bastia (pressoché a metà percorso) per collaborare alla raccolta di foto per la campagna internazionale ControlArm (una foto-petizione internazionale che intende presentare 1.000.000 di volti all'assemblea ONU che dovrà discutere, nel 2006, di un serio trattato internazionale sulla produzione ed il commercio di armi leggere nel mondo) ha visto per ore ed ore sfilare e che ha quindi potuto testimoniare approfonditamente. Dicevamo della partecipazione dalla nostra zona. Due comuni lunigianesi (Podenzana e Filattiera) hanno promosso dei pullman "civici", la Provincia ha contribuito ai pullman dell'Accademia della Pace, i comuni di Massa e Carrara han dato un contributo per la preparazione di un centinaio di magliette, disegnate dai detenuti del carcere di Massa, che (in italiano ed in arabo) univano il concetto di page e giustizia. Nella foto proprio il gruppo degli ospiti del carcere di Massa con alcuni amici ed accompagnatori al termine della Marcia: un esempio, fra i tanti, delle attività di rieducazione e promozione sociale che si svolgono nel carcere cittadino. Un episodio emblematico poi alla conclusione della giornata: arrivato alla stazione di Massa, un giovane marocchino che faceva parte di uno dei pullman dell'Accademia della pace, non ha trovato più il proprio vecchio motorino (usato per lavoro) lasciato Stazione: era stato rimosso e "sequestrato" (occorrono 60 € per li "dissequestro"...) perchè una piazza cittadina era off-limit in previsione del "pacifico" arrivo in treno dei tifosi di quello che dovrebbe essere uno sport, e che riempe un numero infinitamente maggiore di pagine dei temi della Marcia della Pace.....