Cosa dare e chiedere ai ragazzi. Basta parole vuote
- Eraldo Affinati
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I due tredicenni pistoiesi che hanno confessato di essere stati gli autori degli insulti e degli spari (a salve) esplosi contro il giovane gambiano giovedì scorso nei pressi della parrocchia di Vicofaro, raccontano molto di noi: ci spiegano dove stiamo sbagliando e tutto ciò che non dovremmo mai fare. Gli adolescenti a quell'età assomigliano a cartine di tornasole, non tanto perché gli adulti che avrebbero dovuto educarli hanno tagliato la corda, si sono eclissati, oppure, peggio ancora, sono stati davanti a loro come pupazzi. Queste diserzioni sono clamorose, ma non bastano a comprendere la crisi che viviamo. La situazione è assai più grave e chiama in causa i valori civili, sociali e morali che stiamo consegnando ai nostri figli: negli anni abbiamo costruito un mondo finto dove ogni desiderio sembra poter essere esaudito e chi commette un danno si crede in diritto di non pagare il prezzo del risarcimento.
Risposta a Roberto Saviano
- Mao Valpiana
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Caro Roberto Saviano,
c'è un luogo nel quale tutti coloro che risponderanno positivamente al tuo appello potranno trovarsi fisicamente insieme: la Marcia da Perugia ad Assisi del prossimo 7 ottobre.
La "Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli", come la chiamò il suo ideatore Aldo Capitini, può essere la prima risposta forte, corale, nazionale, al governo che calpesta i diritti e sdogana la xenofobia.
A chi sparge odio rispondiamo con la pace. A chi innalza muri e ripristina confini rispondiamo con la fratellanza tra i popoli. Pace e fratellanza: sono queste le due gambe sulle quali da più di cinquant'anni cammina il popolo della Perugia-Assisi.
La sconfitta di Salvini
- Chiesa di tutti Chiesa dei poveri
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Salvini è già sconfitto. La sua controrivoluzione è fallita. Il vero proposito di Salvini, la sua vera promessa all’elettorato dell’Italia della paura, non era infatti di centellinare gli immigrati spartendoli tra i vari Paesi europei, ma era di fermarli ai confini del mare e bloccarli nelle loro prigioni arretrate; voleva difendere, come diceva, i cinquecento milioni di europei dall’invasione di questi stranieri, dopo che “a casa loro” li avevamo depredati di tutto.
I dannati della Libia
- Angelo Ferracuti
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Il dolore è scritto sulla pelle, nei corpi, ma il vissuto di chi è stato torturato e violentato nei «mezra», depositi di umanità, in Libia viene fuori a poco a poco, prima negli incubi o con strani disturbi fisici. Cinque anni di storie raccolti all’ospedale di Senigallia
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