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Carissimi, jambo!

É buio. È la notte del mondo. "Era notte", è scritto nel Vangelo di Giovanni per la notte del tradimento.
É la notte del fallimento del vertice dei gas-serra a Buenos Aires, è la notte di Falluja, è la notte dei poveri così come appare nei rapporti 2004 della FAO, dell'Unicef, dell'ILO.
È la notte del maremoto del sud est asiatico.
È la notte della democrazia italiana. È la notte di questa città, Napoli, che ha visto cadere quest'anno oltre 130 vittime della camorra. Da questa città, dai "bassi" della Sanità, uno degli storici quartieri insieme a quelli Spagnoli e di Forcella, vi giunge il mio incoraggiamento a resistere e a darvi da fare perché la luce splenda nelle tenebre. È un lento entrare il nostro (Fernando ed io) nelle vene della Sanità, della città, di questo splendido popolo napoletano che ci accoglie ogni giorno con tanta festa. È il popolo semplice, umile (questa è l'altra Napoli!) che ci fa sentire a casa nostra.
È qui che abbiamo vissuto il Natale, il Natale dei poveri e abbiamo scelto di celebrarlo con loro.

Giovane, sveglia, ora tocca a te!



Giovane, jambo!
Che la stessa colomba che Noè spedì dall’Arca in quel diluvio…ti porti questa mia lettera. Stiamo aspettando un nuovo diluvio, è un momento grave della storia umana. Abbiamo fatto la guerra contro l’Iraq. Ne usciamo tutti con le ossa rotte: l’Onu, l’Unione europea, il diritto internazionale…
L’attacco all’Iraq è stato visto dall’Islam come un aggressione al cuore del Dar el Islam, perpetrato dall’occidente Cristiano. Ci attendono nuove crociate, guerre di religione e un incremento di terrorismo e di fondamentalismo.
Questo mondo (di morte!) retto da un sistema economico-finanziario che permette a pochi, il 20%, di papparsi le risorse mondiali; per gli altri rimangono le briciole. Per il 20% più povero (i miserabili, oltre un miliardo di esseri umani) c’è solo l’1,4% delle risorse mondiali. Costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno.

Notte di Natale

FERNANDO SILVA dirige l’ospedale pediatrico di Managua. Una vigilia di Natale rimase a lavorare fino a tardi.
Si sentivano già gli scoppi dei razzi, e i lampi dei fuochi d’artificio illuminavano il cielo, quando Fernando si decise ad andarsene a casa, dove lo aspettavano per la festa.
Mentre stava facendo un ultimo giro attraverso le corsie per vedere se tutto era in ordine, sentì d’un tratto un lieve rumore di passi alle spalle. Passettini di bambagia. Si volse, e vide uno dei piccoli pazienti che lo seguiva.
Nella penombra, lo riconobbe, era un bambino che non aveva nessuno. Fernando riconobbe quel viso già segnato dalla morte e gli occhi che chiedevano scusa, o forse chiedevano permesso.
Fernando gli andò vicino e il bimbo lo sfiorò con la mano:
«Diglielo... » sussurrò. «Di’ a qualcuno che io sono qui. »

Notte di Natale, di Eduardo Galeano da: Il Libro degli Abbracci - Sperling & Kupfer 2005


Ogni anno la l'associazione padronale Confindustria svolge il suo convegno al quale partecipano imprenditori, rappresentanti dei lavoratori, del governo, delle opposizioni, delle Istituzioni e perfino dei preti.

Ogni anno dicono e chiedono le stesse cose, con i vari rappresentanti , sopratutto del governo , sempre pronti ad eseguire i loro voleri.