• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ho letto nel n 666 del vostro Notiziario l'ottimo articolo di Mao Valpiana a commento del centenario della "disfatta" di Caporetto, che evidenzia il carattere di "sciopero dalla guerra" che quell'evento ebbe, in contrasto con la narrazione tradizionale cui si è ancora una volta uniformata la maggioranza delle rievocazioni ufficiali. Questa narrazione, benché nuovi studi stiano modificandola, continua a collegare la "disfatta" al riscatto militare di un anno dopo sul Piave presentato quale alto momento di completamento dell’unità nazionale e come "vittoria" positiva, che invece fu, come si sa, tanto amara non certo perché “mutilata”, ma per i 600.000 morti, l’infinità di invalidi, i tanti impazziti, le sofferenze enormi delle popolazioni coinvolte, l'economia in difficoltà, e che fu anche la "culla del fascismo" nel contesto di un avvelenamento di tutto il secolo XX°.

Tristezza, sconcerto e anche indignazione. Che paradosso proclamare papa Giovanni XXIII patrono dell'esercito! E' come dichiarare Francesco d'Assisi patrono del sistema finanziario o madre Teresa patrona delle multinazionali.

Le ragioni del patronato sono biograficamente riduttive, forzate o parziali, tutte legate alla sua esperienza di cappellano militare durante la prima guerra mondiale “inutile strage”. Ma Roncalli non è morto in quegli anni. Proclamarlo patrono per le sue doti di cappellano militare vuol dire snaturarne il messaggio, inchiodarlo a un'esperienza discussa e tremenda che ha superato approdando ad altre argomentazioni, ad altri orizzonti (Concilio, Pacem in terris) così come ha fatto Primo Mazzolari.

In un clima solidale, la festosa parata ha visto sfilare in rassegna con i loro stendardi gli amici di Baobab Experience, della campagna “Ero straniero”, di Assopalestina, di Banca Etica, di Un ponte per.., di Greenpeace, di Arci, del Movimento Nonviolento, di Emergency e tanti altri, accompagnati dalla musica della Banda Murga  Sincontrullo.  Presenti anche il deputato Giulio Marcon ed il Senatore Massimo Cervellini che hanno preferito questa parata civile piuttosto che quella militare ai Fori Imperiali.

11:30 - Presidio e Flash-mob (giardini di Castel Sant'Angelo) - "Parata d'onore" per chi salva vite umane e getta ponti di pace tra popoli. Questa è la nostra difesa dei valori costituzionali.
15:00 - Assemblea (Società Geografica Italiana, Via della Navicella 12) - Obiettare alla guerra e fermare la strage nel Mediterraneo: strumenti
e campagne per un’altra difesa possibile.

In apertura dell'assemblea nazionale di Un ponte per... con il Movimento Nonviolento e le reti della campagna Un'altra difesa è possibile

Come sta vivendo Francesco questa vigilia di Pasqua caratterizzata da uno scenario mondiale ad alta tensione?

"Mi viene solo da chiedere con più forza la pace per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne"

Santo Padre, anche questo giovedì santo si recherà in carcere. Perché?

"Il brano evangelico del giudizio universale dice: 'Sono stato prigioniero e siete venuti a trovarmi'. Ecco, il mandato di Gesù vale per ognuno di noi, ma soprattutto per il vescovo che è il padre di tutti".

L'attacco missilistico americano contro le postazioni militari del regime di Bashar Al Assad, decise ed eseguite nella notte scorsa dal Presidente Trump, rappresentano e confermano la irresponsabilità e l'assenza di una strategia politica internazionale che circonda la crisi siriana.

L'utilizzo di armi chimiche nel conflitto siriano sia da parte del regime di Assad che da parte dell'ISIS, purtroppo non è una novità.

Quanto accaduto, martedì scorso, nella città di Khan Sheikhun, nei pressi di Idlib, dove hanno trovato la morte almeno 72 persone di cui 20 minori ed un centinaio di persone sono rimaste intossicate e ricoverate nei centri sanitari della zona.

1. All’inizio di questo nuovo anno porgo i miei sinceri auguri di pace ai popoli e alle nazioni del mondo, ai Capi di Stato e di Governo, nonché ai responsabili delle comunità religiose e delle varie espressioni della società civile. Auguro pace ad ogni uomo, donna, bambino e bambina e prego affinché l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni persona ci consentano di riconoscerci a vicenda come doni sacri dotati di una dignità immensa. Soprattutto nelle situazioni di conflitto, rispettiamo questa «dignità più profonda»[1]e facciamo della nonviolenza attiva il nostro stile di vita.