In una paginetta Chiara riassume il quadro sociologico di Forno, paese brutto con abitanti belli, il contrario del Bel Paese e rendiconta la vicenda di Ciro (maresciallo dei Carabinieri ucciso dai nazi-fascisti nella strage di Sant’Anna a Forno il 13 giugno 1944) attraverso dei flashback che riassumono l’arrivo nel nuovo comando, la vita di paese, l’incontro con l’amore, l’avvento della Resistenza, la fine, attraverso la bella invenzione di pagine di un diario ritrovato. C’è una immagine esemplare di tutto ciò ed è la partecipazione.
12 Settembre 1930
L'arma mi ha costretto a lasciare i miei affetti ed il mio paese natale, Portici, al fine di raggiungere un paese sperduto, dimenticato da tutti: Forno, situato nel cuore delle Alpi Apuane dove mi sono da poco trasferito. Il mio compito sarebbe quello di ricoprire il ruolo di maresciallo nella caserma di questo paesino. Il primo impatto non è stato certamente positivo, poichè, strutturalmente, il paese si presenta come un'insenatura tra due monti che lo avvolgono tra i loro boschi e le loro rocce quasi a volerlo soffocare.
Conoscendo gli abitanti ed i miei futuri colleghi, però, la mia opinione è cambiata. Le persone, infatti, si dimostravano subito cordiali, generosi. Anche se questa gente mi conosceva solo da poche ore dimostrava già riconoscenza e rispetto verso il mio lavoro.
12 Novembre 1930
Lavoro quì solo da un mese ma è come se vi lavorassi da sempre. Non ci sono molti problemi poichè Forno si presenta come un paese tranquillo e laborioso.
9 Marzo 1931
Oggi pomeriggio sono stato invitato alla Filanda, Cotonificio Ligure, per assistere in qualità di maresciallo ad una recita dove partecipavano bambini del'asilo di Forno. Oltre a me erano presenti il parroco, le suore, il direttore della fabbrica e le insegnanti. Durante la recita il mio sguardo ha incrociato due occhi neri e profondi: gli occhi di Anna. Chissà se la rincontrerò.
7 Aprile 1931
Sono passati giorni e Anna è ancora nella mia mente non riesco a dimenticare il suo sguardo.
19 Giugno 1943
Cercando un documento nel mio cassetto ti ho ritrovato, caro diario. Ti devo dare una bella notizia: Anna l'ho incontrata eccome! Ci siamo innamorati, l'ho sposata e dal nostro grande amore sono nati due splendidi bambini: Marisa ed Enrico.
C'è anche un'altra notizia, purtroppo non bella. Forno non è più lo stesso paese, dopo l'entrata in guerra dell'Italia tutto è cambiato.
9 Giugno 1944
In questo giorno i partigiani hanno occupato il paese ed io amichevolmente li ho accolti dando loro la possibilità di installare il comando partigiano nella mia caserma.
13 Giugno 1944
Mi trovo a Forno ma in convalescenza. Nella mattina i tedeschi hanno fatto irruzione nel paese rastrellando la popolazione fornese. Sono riuscito ad evitarli rifugiandomi nei boschi. Davanti a me si presentano due possibilità: una è quella di scappare, per sfuggire alla morte; l'altra sarebbe quella di ritornare in paese, rischiando la mia vita per cercare di salvare la mia amata famiglia e la popolazione da un destino tragico.
Sono passate poche ore. Non ho dubbi sulla mia scelta: il mio cuore e la mia coscienza mi impediscono di fuggire. Tornerò in paese, non voglio lasciare quella gente che è diventata la mia gente.
Nello stesso giorno Ciro Siciliano venne interrogato dai tedeschi e accusato di aver fraternizzato con i partigiani. Fu messo anch' egli nel gruppo dei prigionieri da fucilare. Morì a Sant' Anna assieme agli altri giovani del paese. In cambio della sua morte furono liberati donne, bambini, anziani e religiosi.
Dopo sessant' anni, nel 2004, l' eroismo del maresciallo Ciro Siciliano è stato onorato con una medaglia d' oro al Valor Civile su concessione del Presidente della Repubblica C. A. Ciampi.
Chiara Esposito – Montignoso
Da più di vent’anni come l’ANPI e come Istituto Storico della Resistenza svolgo attività di informazione sulla Resistenza nelle scuole della nostra provincia di ogni ordine, attraverso incontri, relazioni, presentazioni di libri e video. Allo stesso tempo coadiuviamo anche gli studenti universitari che si rivolgono a noi per la preparazione degli esami, oppure anche per le loro tesi. Vengo così a contatto con quanto i giovani producono sull’argomento a livello di temi, relazioni, studi e ricerche. Posso dire quindi di vantare una certa esperienza. Ebbene proprio per questo il racconto di Chiara Esposito, una ragazzina di Montignoso di terza media di appena 13 anni, mi ha piacevolmente colpito per la freschezza, la capacità di inventiva, il metodo e la sintesi con la quale ha narrato la figura e la vicenda del Maresciallo Ciro Siciliano, morto a Forno il 13 giugno 1944. Lo ha fatto in un modo che supera di getta il conformismo di tanti racconti che spesso si ripetono, per non parlare delle ricerche e delle tesi dei più grandi che a volte sono solo scopiazzature di altri lavori, ora agevolate dal famoso e deleterio copia-incolla dei sistemi di scrittura informatici. Tanto sorpreso da suggerirne la pubblicazione su questo giornale.
In una paginetta Chiara riassume il quadro sociologico di Forno, paese brutto con abitanti belli, il contrario del Bel Paese e rendiconta la vicenda di Ciro (maresciallo dei Carabinieri ucciso dai nazi-fascisti nella strage di Sant’Anna a Forno il 13 giugno 1944) attraverso dei flashback che riassumono l’arrivo nel nuovo comando, la vita di paese, l’incontro con l’amore, l’avvento della Resistenza, la fine, attraverso la bella invenzione di pagine di un diario ritrovato. C’è una immagine esemplare di tutto ciò ed è la partecipazione.
Massimo Michelucci