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Casa rossa occupata: comunicato stampa

Siamo studenti medi, universitari, precari, lavoratori, disoccupati, migranti.
Condividiamo un'idea di società solidale, giusta, libera, egualitaria.
Riteniamo che la fase di crisi che stiamo attraversando, non ha alcuna possibilità di essere superata se non mettendo in discussione il modello capitalista entro cui viviamo. Ma non ci rassegniamo ad accettare passivamente questa progressiva offensiva contro le nostre vite. Per questo abbiamo deciso di assumere in prima persona una prospettiva di trasformazione diversa, che parta dall'affrontare i nostri bisogni e quelli della popolazione, attraverso una riappropriazione dei mezzi per rispondere a questi bisogni.

A questo proposito, oggi abbiamo occupato uno spazio, sottraendolo all'abbandono, al degrado, alla possibile futura mercificazione. Nostra idea è di costruire un laboratorio politico, sociale e culturale in cui poter sperimentare pratiche nuove e includenti per mettere in pratica strategie collettive di resistenza alla crisi in corso.

Ci rivolgiamo a tutti coloro che più o meno consapevolmente subiscono gli effetti di questa crisi e primariamente alla gente del quartiere. La nostra è un'iniziativa che ha bisogno del contributo di tutti coloro che, a partire dalla condivisione di una società antifascista, antirazzista, solidale, egualitaria, vogliono portare alla trasformazione delle nostre vite.

La nostra decisione non è frutto di un capriccio sorto una mattina d'autunno. Il nostro percorso è stato molto lungo e complicato, iniziato quando, ormai un anno e mezzo fa, si decise di aprire un progetto con il Comune di Massa che portasse alla concessione della scuola elementare di Ricortola. Seguirono numerosi incontri con assessori, consiglieri e persino col sindaco e tutto sembrava poter procedere, e che si potesse concludere la faccenda entro due mesi al massimo.

Così ovviamente non è stato. Nel corso di due anni e innumerevoli incontri, il progetto iniziale è stato quasi del tutto plasmato: prima si è cambiata il loco, poi si è richiesto che membri della giunta, o comunque persone di fiducia, potessero "controllare" i lavori che si svolgevano all'interno dello spazio, poi si sono ridotte in maniera drastica le metrature da concedere, il tutto, ovviamente, condito da bellissime e fantasiose scuse che facevano allungare i tempi di concessione, fino ad esser infilato in un cassetto.

Motivazione: lo spazio che doveva essere ceduto in concessione serve ad altri scopi.

Ci rendiamo dunque conto di fronte a questo percorso, che, o per terzi fini o per obblighi e vincoli burocratici-istituzionali, non si può far affidamento al palazzo.

Abbiamo dunque deciso di passare dalle parole alla pratica.

La strada da percorrere è tanta e piena di ostacoli. Ma finalmente scegliamo noi, collettivamente, la direzione.


GLI/LE OCCUPANTI DELLA CASA ROSSA