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Mentre il ventre oscuro, fatto di droga, mafie, ecomafie, prostituzione, estorsione e altro – in Abruzzo non ci facciamo mancare niente, neanche il terrorismo neofascista su cui (sempre nel disinteresse totale) si sta celebrando un processo penale, https://issuu.com/casablanca_sicilia/docs/cb42 pagina 41 - sta divorando e avvelenando la regione da tanti anni come abbiamo raccontato e denunciato anche nei giorni scorsi

Per tutta la costa adriatica, fino a San Salvo o alla bonifica del tronto nominata quasi solo per squallide battute maschiliste, ci sono quartieri in mano allo spaccio, luoghi dove prolifera la prostituzione. Comuni dove personaggi più o meno pregiudicati inquinano la vita sociale a furia di botte e violenza. Basta semplicemente avere l’unica colpa di essere in un momento in una piazza, o in una strada, in una determinata sera e si può essere pestati. La stessa legge di Ostia. La Ostia degli Spada.

“Non vedo non sento non parlo”, le classiche tre scimmiette. Plastica rappresentazione del pensiero mafioso, clientelare, servile. All’epoca dei social ne gira una versione 2.0 “Non leggo non capisco commento”. Sembrano due versioni molto lontane, quasi opposte perché una non parla e l’altra commenta. Ma non è così. Sono due passaggi della stessa catena.

Pescara è una zona d’ombra del nostro paese, un hub commerciale del narcotraffico, lì passa eroina, cocaina, passano armi e ci sono famiglie che hanno consolidato il controllo del territorio, alcune anche di origine sinti come abbiamo visto ad Ostia. Pescara è un altro dei luoghi oscuri del nostro paese”. Queste parole sono state pronunciate in diretta televisiva oltre un mese fa da Daniele Piervincenzi, il giornalista di Nemo colpito da Roberto Spada con una testata nel novembre scorso dopo aver posto domande scomode. Al di là della vicenda dalla quale era scaturita la riflessione, le parole di Piervincenzi hanno denunciato una verità certa e sicura. Ma purtroppo sottaciuta e sconosciuta ai più. Esistono ventri oscuri a Pescara e nella nostra Regione, traffici, piccoli e grandi domini criminali, vicende sulle quali non si è mai fatta pienamente luce. E non c’è coscienza di ciò, neanche tra gli stessi abruzzesi.