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Abbiamo bisogno che all'estero e anche in Italia ci sia chi denunci i crimini di guerra israeliani

Intervista di Sveva Haertter a  Peretz Kidron, refusenik pubblicata su "Il Manifesto" del 15 gennaio 2009

Peretz Kidron è un refusenik israeliano. L'abbiano raggiunto al telefono per chiedergli lo stato del movimento in un momento in cui, a quanto dicono i sondaggi, l'attacco militare contro Gaza gode di un alto indice di approvazione nell'opinione pubblica di Israele.

di Richard Falk, Relatore dell'ONU, 4 gennaio
Tratto dal n. 69, del 16 gennaio 2009, di "Bocche scucite: voci dalla Palestina occupata"

"Quando il ministro degli esteri Tzipi Livni dichiara che «non c'è alcuna crisi umanitaria a Gaza», prescinde completamente dalla realtà.
Ma è ancora più sbalorditiva la prontezza dei media internazionali nel diffondere la propaganda israeliana.
Anche prima dell'attacco del 27 dicembre la situazione di vecchi, donne e bambini residenti a Gaza rappresentava una grave crisi umanitaria, ben documentata da molti osservatori delle Nazioni Unite sul terreno e confermata da giornalisti israeliani indipendenti.

di Yacov Ben Efrat – 9 gennaio 2009

(www.challenge-mag.com)

L'operazione militare chiamata Piombo Fuso è iniziata sabato 27 dicembre 2008 e per la soddisfazione del pubblico israeliano, il primo giorno è costato la vita a più di 200 persone. Già venerdì dalle colonne dei quotidiani più importanti si gridava "Andateli a prendere" e sabato gli abitanti di Gaza hanno avuto quello che gli israeliani gli auguravano da tempo. Non è stata una operazione spontanea, non è stata una semplice risposta ai recenti lanci di missili sulle città del Negev. Nei sei mesi di tranquillità che hanno preceduto, mentre avvertiva che Hamas si stava riarmando, Israele stava pianificando con attenzione il suo attacco per poterne ricavare il massimo.

Tratta da Notizie Minime della Nonviolenza in Cammino n. 702 del 16 gennaio 2009



I. La comunità internazionale intervenga per fermare le uccisioni.
Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio di Israele.
La comunità internazionale metta immediatamente in campo un impegno non solo diplomatico per la cessazione delle stragi, degli attentati e delle minacce, ma economico - di consistenti risorse, immediato e di lungo periodo - per garantire soccorsi e ricostruzione, assistenza e benessere, a tutte le vittime superstiti; per assistere il popolo palestinese e la costruzione del suo stato che va proclamato e riconosciuto con la massima urgenza; per garantire alla popolazione di Israele la sicurezza nel e del suo stato.
Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio di Israele.