Lettera aperta di Mustafa Barghouthi
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Pubblichiamo questa lettera do Mustafa Barghouthi, promotore della resistenza nonviolenta in Palestina, pubblicata sul sito PeaceReporter e inviataci dalla Tavola della Pace di Pontedera
Ramallah, 27 dicembre 2008.
E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano? Muore di guerra o di pace, chi muore perché manca l'elettricità in sala operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili - ma come si chiama, quando manca tutto il resto?
Ramallah, 27 dicembre 2008.
E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano? Muore di guerra o di pace, chi muore perché manca l'elettricità in sala operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili - ma come si chiama, quando manca tutto il resto?
Quello che su Gaza nessuno dice
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"Quello in corso a Gaza è un massacro, non è un bombardamento, è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice"
padre Manauel Musallam, parroco a Gaza,
27 dicembre 2008
Sentiamo dire che ci sono vittime civili da entrambe le parti, ma pur condannando tutti i crimini di guerra non è possibile né accettabile stabilire una simmetria tra i razzi Kassam, che in 8 anni hanno ucciso 20 israeliani, con la marea di fuoco e "piombo fuso" dell'attacco militare israeliano in corso, che in un solo giorno ha fatto più di 350 morti e oltre 1000 feriti.
Tra i palestinesi, l'ONU ha accertato 57 vittime civili, ma gli altri 300 sono per la maggior parte giovani poliziotti che svolgevano servizi civili per la popolazione, mentre i campi di addestramento di Hamas erano vuoti al momento del bombardamento (notizia pubblicata su Haaretz, giornale israeliano).
La tragedia si aggiunge a 2 anni di assedio in cui Gaza è stata tagliata fuori dal resto del mondo producendo la più grave crisi umanitaria dall'inizio dell'occupazione israeliana, con il 79,4% della popolazione della striscia sotto la soglia di povertà, ed un tasso di disoccupazione del 45,5% (Palestine Monitor Factsheet).
padre Manauel Musallam, parroco a Gaza,
27 dicembre 2008
Sentiamo dire che ci sono vittime civili da entrambe le parti, ma pur condannando tutti i crimini di guerra non è possibile né accettabile stabilire una simmetria tra i razzi Kassam, che in 8 anni hanno ucciso 20 israeliani, con la marea di fuoco e "piombo fuso" dell'attacco militare israeliano in corso, che in un solo giorno ha fatto più di 350 morti e oltre 1000 feriti.
Tra i palestinesi, l'ONU ha accertato 57 vittime civili, ma gli altri 300 sono per la maggior parte giovani poliziotti che svolgevano servizi civili per la popolazione, mentre i campi di addestramento di Hamas erano vuoti al momento del bombardamento (notizia pubblicata su Haaretz, giornale israeliano).
La tragedia si aggiunge a 2 anni di assedio in cui Gaza è stata tagliata fuori dal resto del mondo producendo la più grave crisi umanitaria dall'inizio dell'occupazione israeliana, con il 79,4% della popolazione della striscia sotto la soglia di povertà, ed un tasso di disoccupazione del 45,5% (Palestine Monitor Factsheet).
La lezione dei raid (Zvi Schuldiner)
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Quanto più sangue scorre, quanto più odio si crea, quanto più le parti gridano vendetta, tanto più è difficile e doloroso dire basta a coloro che trascinano ancora una volta la regione in questa situazione. La leadership israeliana ripete la litania del passato: dobbiamo dargli una lezione che deve essere dolorosa, così la faranno finita con i loro leader criminali e terroristi, una lezione che li porti sulla giusta strada e a eleggere leader più adatti e democratici. Così interromperanno il terrore, capiranno che non gli conviene, che devono procedere per la retta via. La stupidità criminale di questa dottrina ha già portato a ripetute sconfitte. Ma i presunti "insegnanti" non hanno imparato nulla e continuano a disseminare dolore e morte.
Una proposta sulla mobilitazione contro la guerra (Ciccone, Luti, Mannino)
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Lettera aperta di Stefano Ciccone, Chiara Luti e Jones Mannino tratta dalla Mailing List di "Sinistra Unita e Plurale".
Cari amici e care amiche,
in queste ore si sono accavallate le perplessità e i dubbi sulle manifestazioni in programma per il 17 gennaio ad Assisi e a Roma contro il massacro a Gaza.
Crediamo urgente assumere una decisione che non dia per scontato l'attuale scenario che vede l'assenza di un grande appuntamento unitario contro la guerra:
per questo proviamo ad abbozzare una proposta su cui vi proponiamo di discutere e prendere in tempi brevi una decisione condivisa:
Cari amici e care amiche,
in queste ore si sono accavallate le perplessità e i dubbi sulle manifestazioni in programma per il 17 gennaio ad Assisi e a Roma contro il massacro a Gaza.
Crediamo urgente assumere una decisione che non dia per scontato l'attuale scenario che vede l'assenza di un grande appuntamento unitario contro la guerra:
per questo proviamo ad abbozzare una proposta su cui vi proponiamo di discutere e prendere in tempi brevi una decisione condivisa:
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