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Tratto da “La nonviolenza è in cammino” - Numero 1247 del 27 marzo 2006

Esiste un rapporto ineludibile tra storia, memoria e soggettività,.
Eppure il rapporto con il passato, in termini di conoscenza critica, è sempre più labile e flebile. Non solo assistiamo ad una sorta di cancellazione o di rimozione di avvenimenti passati che pure hanno fatto "la storia"; ma è profondamente messa in crisi la memoria pubblica, la memoria condivisa di quello che è stato, che dovrebbe affiorare nel rapporto esplicito con il passato, con la storia.

Perdonatemi se dal 24 febbraio ripeto la stessa cosa, come un disco rotto, ma questa guerra non potrà essere vinta. Non potrà essere vinta dall’Ucraina contro una potenza nucleare come la Russia, e Zelens'kyj non potrà riprendere il Donbass, tanto meno la Crimea. Né potrà essere vinta dall’aggressore, anche se in questo caso gli obiettivi militari e geopolitici sono certamente megalomani ma meno chiari: probabilmente la vera aspirazione di Putin è sedersi a un tavolo con Biden e Xi Jinping per ridiscutere gli equilibri di potenza globali.