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Deve essere il nuovo corso del Carroccio trionfante: pane e acqua per i bambini poveri, soprattutto se figli di immigrati, e corsi di vernacolo per gli stranieri che aspirano a "integrarsi". Ad Adro, nel bresciano, dove la Lega Nord governa, sola, col 61% dei voti, il sindaco, tristemente noto alle cronache per la taglia sui "clandestini" (500 euro ai vigili urbani per ogni sans papier portato in questura), ne ha pensata un'altra per rendere difficile la vita ai non autoctoni:  niente pasti agli alunni i cui genitori, in gran parte immigrati, non ce la fanno a pagare la retta per la mensa. Qualche settimana fa, la stessa cosa a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza: la sindaca leghista ha punito i bambini "morosi" mettendoli, letteralmente, a pane e acqua.

Da circa quindici anni, ad ogni tornata elettorale italiana, il tema della "sicurezza" torna sotto i riflettori. Poiché, tranne pochissime e lodevoli eccezioni, i candidati sono uomini che non sanno di cosa parlano o donne cooptate da uomini e quindi con bavaglio incorporato, la "sicurezza" diventa lo sbarazzarsi dei migranti e il fare di pubbliche vie e piazze altrettanti set di "reality show" (e cioè muniti di telecamere perenni) o campi d'addestramento paramilitare per ronde di esaltati.

In una sciagurata intervista a "Linea Notte" il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, alla domanda sul perché fare il "processo breve" per il presidente del Consiglio e invece lasciare il "processo lungo" per gli immigrati, ha risposto che si tratta di dare, qui e in ogni altra occasione, la prova che "il contrasto alla immigrazione clandestina" è una indiscutibile politica e priorità della maggioranza e del governo.