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Come valutare la sentenza di primo grado sul processo Condor a Roma? La Corte ha condannato all’ergastolo 8 ex alti ufficiali o presidenti in carica durante le dittature del Cono Sur per la morte e la scomparsa di cittadini italiani durante l’attività criminale del Plan Condor, la rete a guida Cia che serviva a liberarsi degli oppositori senza leggi né frontiere durante gli anni ’70 e ’80. Le assoluzioni sono state 19. Un documento declassificato dalla Cia e datato 23 giugno 1976 spiega la nascita del Condor, dopo una riunione che si svolse a Buenos Aires tra le intelligence dell’Argentina, del Cile, dell’Uruguay, del Paraguay e della Bolivia. Poi si aggiungeranno Brasile, Perù e Ecuador. L’Argentina, che conta 30.000 scomparsi, sarà l’epicentro del Condor.

due settimane nel Salvador devastato dalla violenza e da una criminalità organizzata che controlla intere zone del Paese;

due settimane sulle strade percorse da mons. Romero e da Marianella, sui luoghi del loro martirio e di quello di tanti altri, come Ignacio Ellacurìa e gli altri docenti dell’Università dei gesuiti, come padre Octavio Ortiz e i quattro giovani uccisi con lui, come padre Rutilio Grande e i due campesinos assassinati mentre lo accompagnavano ad una messa;

In questo scritto1 Escobar compatibilmente con il limitato spazio utilizzato, ricompone mirabilmente questo apparente caos in una .visione articolata acuta e intelligibile. La ventata di pensiero critico portata dall’EZLN, certamente alimentata da una minoranza precedente di pensatori sparsi qua e là nel continente, sta crescendo robustamente preparando i paradigmi per una transizione che sarà lunga e dolorosa ma inevitabile. Un testo, questo di Escobar, che apre squarci su questo mondo in movimento. Stimolo per intraprendere un percorso intellettuale affascinante e, soprattutto, ricco di speranza.

Aldo Zanchetta

E’ trascorso più di un mese dall’ultimo mininotiziario. Gli impegni non mancano ma non farò appello a questi per giustificare la lunga pausa. Un amico, conoscitore della politica latinoamericana assai più del sottoscritto e che da alcuni mesi ha ridotto moltissimo, quasi azzerandolo, il suo lavoro di acuto commentatore delle vicende della regione, mi dava come motivazione di questo distanziamento la sua poca voglia, dopo le ripetute critiche alle politiche dei governi “progressisti” della regione poco recepite dalla “sinistra” nostrana, di continuare a dare dispiaceri a codesto tipo di ‘compagni’. Bene, anch’io sono un po’ stanco di lottare con i mulini a vento. E aspettavo il secondo turno delle elezioni argentine per sentirmi obbligato a scrivere di nuovo in tono rosa pallido.

A vecchi frequentatori del seminario America Latina e ai potenziali nuovi interessati

La mia intenzione, per superare le varie problematiche sorte col tentativo di passare la gestione del seminario a una minga, era di invitare gli amici e le amiche che lo desiderassero, a un più modesto “Dialogo sull’America Latina”, come avevo già anticipato a qualcuno.

Ho riflettuto su quale tema avrebbe potuto incentrarsi fruttuosamente il “dialogo” su una America Latina continuamente in movimento, per poter così concretizzare la mia proposta a inizio d’anno.

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