Ringrazio dell'invito e di avermi dato la parola su un tema che sta a cuore a me e alla Chiesa;
Riprendo la domanda di Gino Buratti, che mi è piaciuta molto e che è significativa per chi ha a cuore la pace: "per cercare la pace, cosa proponete voi?"
Una provocazione che ci fa riflettere sul fatto che la costruzione della Pace è necessariamente un qualcosa di attivo, non passivo; sostenere la pace è un gesto molto più coraggioso di chi sostiene invece la guerra e la violenza. A proposito di questo, che è una domanda cruciale per la coscienza, vorrei portare il pensiero delle persone credenti nel Vangelo.
Mi viene in mente subito Gesù, nel discorso sulla montagna, il discorso delle Beatitudini (cfr Vangelo di Matteo 5, 1-12) dove riprendendo le leggi dell'Antico testamento (occhio per occhio, dente per dente), offre una nuova strada che le supera, ed è la strada del perdono, dell'ascolto, dell'accoglienza. Occhio per occhio significa violenza che richiama altra violenza, ed è una logica da superare. Oppure l'esempio di Gesù prima della sua cattura, in cui riprende fortemente Pietro che taglia con la spada l'orecchio al soldato (cfr Vangelo di Giovanni 18, 10-11): Gesù rifiuta il gesto violento anche se è in risposta ad un grande torto subito. Oppure, ancora, davanti al Sinedrio, Gesù chiede ai soldati che lo percuotono: perchè mi percuoti? Se ho fatto qualcosa di male... ma se non ho fatto nulla, perchè lo fai? Sono azioni non passive, ma azioni attive in cui non si restituisce il male subito ma si pone in ascolto, un ascolto attivo. Il superamento della logica occhio per occhio-dente per dente, appunto.
Tornando alla domanda iniziale, di fronte alla guerra, cosa proponiamo?
Nella lunga tradizione della Chiesa è stato sviluppato il concetto di guerra giusta, sul quale hanno dedicato un pensiero importante filosofi e santi come Sant'Agostino, San Tommaso e molti altri. Questo pensiero è sintetizzato nel catechismo della Chiesa Cattolica, dove viene ripreso il concetto di guerra giusta, o meglio giustificare un'azione di legittima difesa con la forza militare, stabilendo le condizioni di legittimità morale necessarie affinchè possa essere indicata come tale. Queste condizioni sono le seguenti:
- che il danno causato dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;
- che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;
- che ci siano fondate condizioni di successo;
- che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.
Il Magistero espresso anche dei Papi recenti, da Giovanni XXIII fino a Papa Francesco ha più volte ribadito che nessuna delle guerre in atto possono essere definite nell'ambito della "guerra giusta" perchè nessuna di queste rientra nelle condizioni indicate. In particolare pensiamo alle armi utilizzate e alla morte e distruzione che provocano soprattutto tra i civili, superando ampiamente il limite del male da eliminare.
Anche alla luce di questo, la domanda "cosa possiamo" fare è una provocazione importante e ci interroga in prima persona. Cosa possiamo fare per aiutare i governanti a trovare soluzioni di pace?
Anzitutto è necessario capire meglio il conflitto e le ragione che lo hanno determinato, analizzando le ragione di ambedue le parti; ragioni che gli stati NATO ed Europei, nello specifico del conflitto in Ucraina, hanno poco considerato o, peggio, non gli hanno dato valore, evitando di intervenire in momenti in cui ancora era possibile fare qualcosa. Non trovare più una ragione razionale per questa guerra ci deve portare a due motivi di azione nella nostra vita:
-ascoltare le vittime, da ambedue le parti
-rafforzare quelle realtà che possono offrire uno spazio diplomatico e aumentare le possibilità di pace attraverso il dialogo, mettersi intorno al tavolo per trattare la fine di questa guerra
Fa paura il modo di parlare di chi è in guerra, la violenza delle parole che poi si traducono in azione di guerra. Fanno paura le parole di Putin in cui definisce l'Occidente come nemico della Russia; certamente non aiuta la posizione della Chiesa ortodossa russa e le parole spesso violente del Patriarca Russo. Ma dietro queste parole non possiamo certo nascondere che ci sono sotto ragioni economiche e la volontà di espansione territoriale.
Questo che dico non è un indirizzo, ma una condivisione di pensieri e riflessioni tratte dal Vangelo; quello che possiamo fare è tornare alla nostra quotidianità e rivedere le logiche di potere e di violenza presenti nella nostra vita, le occasioni in cui vogliamo prevalere sull'altro, in cui non accettiamo la diversità.
Nella nostra vita dobbiamo costruire momenti di pace e di fratellanza, anche attraverso momenti come questo, che hanno molto valore perchè evidenziano e risaltano il desiderio di pace di ciascuno di noi e che viene condiviso anche da altri, trovando solidarietà tra le nostre volontà.
A livello internazionale sarebbe importante avere delle realtà che siano in grado di fare da elemento terzo e neutro e che possano mediare, annullando l'aggressività delle parti in gioco; l'ONU non riesce a fare questo per la presenza e il diritto di veto delle grandi potenze. ma è necessario che le grandi società e culture di pace presenti nel mondo possiamo pensare in un modo diverso il nostro vivere insieme.
+Fra Mario Vaccari
Vescovo di Massa Carrara – Pontremoli
Massa, 11 marzo 2024