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Di fronte alla crisi imperversante rifletto che la risposta montiana naviga nelle stesse acque finanziarie che l’hanno prodotta. È il tentativo di ripristinare il sistema andato in tilt, e non solo in Italia, ma in Europa, se non nel mondo.
Una risposta che addirittura confesso non so giudicare tecnicamente, visti i risultati finora non raggiunti e le diatribe tra dottrinari di filosofie economiche che ne contestano la strategia. Io invero mi pongo su un livello diverso. Parto da un interrogativo di fondo. Ma a me questo sistema piace? La risposta è sicura ed è no.

Care amiche ed amici del Distretto di Economia Solidale AltroTirreno,

la crisi economica e finanziaria sta colpendo pesantemente il tessuto produttivo del nostro Paese. Una situazione generata dall'irresponsabilità di un'economia e di una finanza senza regole si sta sempre più tramutando in imprese che soffrono, lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione, fatturati in caduta libera, come sta accadendo nei nostri territori per il caso delle aziende di cui sono titolare, la Morellato Termotecnica (www.morellatotermotecnica.it) e la Morellato Energia (www.morellatoenergia.it).

E' nata la rete internazionale per le auditorie cittadine sul debito - ICAN - con lo slogan "Noi non dobbiamo pagare! Noi non pagheremo! " che riunisce movimenti e reti in diversi paesi europei e del Nord Africa in lotta contro le misure di austerità attraverso la realizzazione di audit cittadino sul debito.

La trasmissione sullo stato sociale di Michele Santoro è stata un'altra occasione persa per parlare dello stato sociale.
Per me che vivo in Olanda appare assolutamente incomprensibile che non si ponga in Italia alcuna attenzione ai sussidi di disoccupazione europei.

A due anni dalla denuncia dello stato comatoso delle sue finanze (ma gli interessati, in Germania e alla Bce, lo sapevano da tempo: erano stati loro a nasconderlo) la Grecia, sotto la cura imposta dalla cosiddetta Troika (Bce, Commissione europea e Fmi) presenta l'aspetto di un paese bombardato: un'economia in dissesto; aziende chiuse; salari da fame; disoccupazione dilagante; file interminabili al collocamento e alle mense dei poveri; gente che fruga nei cassonetti; ospedali senza farmaci; altri licenziamenti in arrivo; tasse iperboliche sulla casa e sfratti; beni comuni in svendita. E ora anche una città in fiamme.

Non sono uno esperto di economia, ma credo sia necessario fare uno sforzo per leggere la crisi anche con altri occhi, che non siano solo quelli che ci vengono proposti dai media e da molti economisti.

Ascoltando le storie di alcuni dei nuovi ospiti della Casa di Accoglienza, siano essi migranti, che hanno perso il posto di lavoro, e con questo un alloggio e il diritto al permesso di soggiorno, oppure italiani, devo confessare, di essermi trovato a leggere la crisi e le soluzioni adottate per fronteggiarla attraverso quegli occhi, quei volti e quelle parole, travolto da una drammaticità ben diversa da quella rappresentata dai numeri e dagli articoli dei giornali.