• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

In questo momento nel mondo sono in corso più di trenta guerre, oltre 23 situazioni di crisi, più di 12 missioni Onu. La spesa per armamenti si accresce esponenzialmente mentre vi sono popolazioni che non riescono a vedere soddisfatti i più elementari bisogni umani. “Il pianeta è sull’orlo di un baratro”, il monito che il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha pronunciato pochi giorni fa. Come non coglierne l’urgenza.

Nel ringraziare tutte e tutti per la vostra partecipazione, prima di annoiarvi con la mia introduzione a questa manifestazione, permettetemi di esprimere la nostra solidarietà a quei giovani studenti che ieri, in occasioni di una manifestazione contro la guerra in Palestina, hanno subito un'inaudita ed assurda violenza da parte delle forze dell'ordine.

Azione questa che purtroppo non è un fatto isolato e davvero si configura come un attacco alla libertà di espressione e a quella di manifestare liberamente, confermando come l'atteggiamento violento del potere nei confronti del dissenso sia il grimaldello con il quale si possano davvero mettere in discussione i fondamentali della nostra carta costituzionale.

La pace si costruisce preparando la pace, non la guerra!

Ormai la guerra ci viene proposta come un male inevitabile, nel miglior dei casi, per ripristinare un ordine e un diritto, che di volta in volta cambia a seconda delle latitudini, e che ci porta verso la terza guerra mondiale a pezzi, come sostiene Papa Francesco.

Siamo avvolti da un Pensiero Unico Bellicista (PUB)1 che avvolge le nostre vite e la nostra politica, facendo tabula rasa del bisogno di dubbio, che ci dovrebbe accompagnare ogni qual volta analizziamo un fenomeno complesso quali sono i conflitti e le guerre.