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Una mattina di 25 anni or sono, il primo gennaio 1994, vedemmo apparire sullo schermo televisivo uno spettacolo insolito: un esercito indigeno, come spuntato dalle ombre della notte del nuovo anno, stava occupando la città di San Cristóbal.

“Care italiane, cari italiani, cari connazionali,

leggendo nei siti on line di gran parte dei quotidiani italiani ed ascoltando i report radiofonici e televisivi emessi dalla Rai e da altre catene, abbiamo purtroppo registrato che rispetto ai fatti venezuelani, vige una informazione a senso unico che rilancia esclusivamente le posizioni e le interpretazioni di una delle parti che si confrontano.

Abbiamo anche letto e ascoltato spesso che l’attenzione prestata alla situazione venezuelana viene giustificata per la presenza in Venezuela di una “consistente comunità italiana o di origine italiana” in sofferenza e che sembrerebbe essere accomunata in modo unanime alle posizioni dell’opposizione.

Caro amico e cara amica a cui invito questa mail

non è mia abitudine rivolgermi a te con una lettera collettiva ma questa volta ho un motivo che mi sta particolarmente a cuore e per il quale vi chiedo alcuni minuti di attenzione.

Invitarti a prendere conoscenza su una specifica delle tante, troppe situazioni di emergenza umanitaria può suscitare in te due interrogativi. Il primo è: perché questa fra le tante? Il secondo: e cosa posso fare io in questo caso?

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