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Ad agosto, il Ministero della Salute palestinese ha annunciato il primo caso accertato di infezione da poliomielite a Gaza in 25 anni. Il virus ha colpito un bambino di 10 mesi a Deir el-Balah, lasciandolo paralizzato. Sebbene finora sia stato confermato un solo caso, ciò non significa che sia l’unico o che la diffusione del virus sia limitata.

Gaza, con più di 40.000 morti e 2 milioni di sfollati, è al collasso umanitario. L’operatività delle Agenzie ONU nella Striscia è estremamente ridotta o addirittura sospesa, come nel caso del World Food Programme, a seguito degli attacchi israeliani.

Come se non bastasse, da ieri in Cisgiordania è iniziata la più vasta operazione israeliana dai tempi della Seconda Intifada. Le città palestinesi del nord sono oggi totalmente assediate e anche i villaggi più piccoli stanno subendo raid molto violenti che hanno già causato morti e feriti.

“Ahed Tamini è un attivista Palestinese che è nata ed è stata allevata in un villaggio della Cis-Giordania chiamato Nabi Saleh, divenuto un centro di organizzazione della resistenza quando un insediamento Israeliano illegale ha bloccato l’accesso ad una sorgente acquifera locale.

Nel seguente estratto dal film-documentario “Where Olive Trees Weep – Dove gli Olivi Piangono” parla della violenza che un soldato Israeliano ha agito sulla sua comunità prima che venne sequestrato un video divenuto virale in cui si registrava il suo incontro con il soldato. Il video ha continuato tuttavia a essere diffuso diventando simbolo della lotta Palestinese.

Nell’agosto di 76 anni fa, le autorità israeliane formalizzarono il «Comitato di trasferimento», finalizzato a impedire il ritorno dei profughi palestinesi e a favorire il loro assorbimento permanente nei paesi limitrofi. Venne accompagnato da una serie di politiche volte a ripopolare decine di villaggi palestinesi – ne vennero sfollati 418 – con migliaia di olim khadashim («nuovi immigrati») arrivati in Israele per lo più nei mesi precedenti e nei quattro anni successivi a quegli eventi.