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Immaginiamo che al tempo della disputa tra geocentrici ed eliocentrici esistesse già un sistema dell'informazione simile all'attuale (televisioni, quotidiani e rotocalchi). E supponiamo che dalla vittoria degli uni o degli altri dipendessero le condizioni di vita della gente che da quelle televisioni e da quei giornali veniva informata. Come giudicheremmo, in questa ipotesi, una informazione che avesse sistematicamente nascosto la disputa e, per esempio, rappresentato la realtà sempre e soltanto sulla base della teoria geocentrica?

Le scelte fondamentali di politica economica adottate per fronteggiare la crisi sono nascoste all’opinione pubblica, attraverso un «furto di informazione»… A dirlo, in una lettera-appello, è un gruppo di economisti, giuristi, intellettuali e docenti di diversa estrazione politico-culturale: Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi e Valentino Parlato.

Furto al quale partecipano «le più alte cariche dello Stato» e che costituisce «un attacco di inaudita gravità alla democrazia».

Riteniamo che questo saggio di Lorenza Carlassare, nota costituzionalista, pubblicato nel 2008, sia ancora attuale e possa essere di aiuto per una riflessione sulla cultura politica di questi ultimi anni rispetto alla proposizione di modelli elettorali.

Il “principio di realtà” sembra irrompere nella politica solo quando si fanno più drammatiche le questioni dell’economia, alle quali tuttavia si guarda troppo spesso come se in esse si manifestasse una ineludibile legge “naturale”. I mercati “votano”, si attendono le “reazioni” dei mercati. Soggetti onnipresenti e impersonali, alle cui pretese la politica si piega, e palesa le sue impotenze, smarrisce ogni filo razionale, sembra rassegnata alle dimissioni. Di questo contagio la politica è vittima consapevole.

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