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Ricordando Ermenegildo della Bianchina (Gildo), Partigiano e Presidente dell’ANPI Provinciale, che ci ha lasciati martedì scorso, a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione, pubblichiamo queste riflessioni di due amici dell’AAdP.

Nella sbornia culturale di questo ultimo ventennio si è andata affievolendo quella radice antifascista sulla quale è nata la nostra repubblica. Si è proceduto progressivamente ad un affievolimento di quei valori che sono alla base della Costituzione, arrivando, in un certo modo, a sdoganare il fascismo e tutte le sue attuali declinazioni.

Ne parliamo con Mario Pancera, giornalista e scrittore, e Massimo Michelucci, storico locale e Vicepresidente dell'Istituto Storico della Resistenza Apuana di Massa-Carrara.

Riceviamo dall'amico Enrico Peyretti e pubblichiamo l'intervento ufficiale della Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in occasione dell'inaugurazione della terza edizione della "Biennale della Democrazia: utopie possibili".

La FP-CGIL esprime la propria solidarietà alla Signora Patrizia Moretti, madre del giovane Federico Aldovrandi, per l'inqualificabile gesto offensivo messo in essere da alcuni operatori della Polizia di Stato aderenti al sindacato COISP che hanno manifestato sotto le finestre dell'ufficio presso cui lavora la signora Moretti, il loro sostegno agli agenti condannati per l'omicidio del figlio.

E i cattolici? Nel 1924 si ritirarono sull’Aventino. Adesso dove sono? E i loro leader?

di Mario Pancera 

Quando i fascisti di Benito Mussolini arrivarono all’assassinio del leader socialista Giacomo Matteotti, 1923, le opposizioni tentarono qualche protesta. Il re Vittorio Emanuele III si voltò da un’altra parte. Il caos. Il re era allora il capo dello stato. Le camicie nere ebbero la strada aperta, resa ancora più facile dalla censura sulla stampa. Il movimento insolente e volgare, sotto le finte spoglie del nuovo che avanzava, occupò l’Italia e divenne dittatura.

Parola di Romana Lombardi, organizzatrice di “Vaffa-Day”e capogruppo grillista alla Camera

di Mario Pancera

Nel 1922 il fascismo di Benito Mussolini prese il potere. Si erano avuti alcuni anni di violenze squadristiche, intimidazioni, pestaggi, assassinii. Gli ultimi mesi erano andati in crescendo. L’olio di ricino sembrava una consuetudine. Veniva fatto bere agli antifascisti. Questo era il fascismo che si presentava agli italiani come forza nuova, rivoluzionaria,  per sostituire i governi liberali, anche un po’ farabutti e molto inetti: «Tutti a casa». Era un movimento, non voleva gli altri partiti. Era contro i sindacati. Poi si trasformò, divenne anch’esso partito: voleva il potere. Sembra oggi.