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La frase del titolo si trova nella parte finale del breve romanzo «La luna è tramontata» di John Steinbeck in cui si racconta dell’improvvisa invasione della cittadina di un piccolo e pacifico paese da parte di un esercito armato e disposto a tutto (i nazisti e, forse, la Danimarca nella seconda guerra mondiale: l’autore non lo dice mai). Il popolo, abituato alla democrazia e alla libertà, all’inizio è stupito, poi subisce, poi a poco a poco si riprende e, mentre gli invasori procedono alle esecuzioni, resiste in silenzio.

Circa trent'anni fa coordinai per l'Italia una campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ed una delle cose che costantemente ricordavo a tutti gli interlocutori era che l'apartheid non era un residuo archeologico di un medioevo ormai definitivamente superato, ma un modello di organizzazione sociale, economica e politica che i poteri dominanti avrebbero cercato di imporre su scala planetaria. E la lotta del movimento antiapartheid in Sudafrica era decisiva per l'umanità intera. E quindi a chi chiedeva perché dovevamo essere solidali con quella lotta all'altro capo del mondo rispondevo semplicemente che non eravamo noi che aiutavamo Mandela: erano Mandela e i suoi compagni e le sue compagne che lottavano anche per la nostra libertà, che lottavano per tutta l'umanità.

C'è stato un tempo in cui “nostra patria” si è costruita con il Coraggio.

Senza Coraggio saremmo ancora fascisti. Lo dico ancora: senza Coraggio saremmo ancora fascisti.

C'è stato un tempo in cui la gioventù andò sui monti a far la guerra ai nazisti e ai fascisti. Il Coraggio di chi versò quel sangue, uomini e donne, è la vera nostra Costituzione. L'Italia repubblicana esiste perché il suo popolo si ribellò con Coraggio.

Anche questo aprile la destra ha ripetuto la sua vulgata, il giudizio negativo sui partigiani, la resistenza e l’antifascismo. Le uscite polemiche e strumentali di alcuni politici, come quella di abolire il 25 aprile, non preoccupano per i contenuti perché rivelano scopertamente un  fine demagogico ed  elettorale, ma preoccupa di più la tendenza fascistoide che penetra tra i giovani, anche tra i non militanti di associazioni o partiti di destra.

Leggo che nei resoconti della manifestazione di sabato si parla di guerriglia. Ora, la parola guerriglia significa conflitto armato fatto di assalti a sorpresa o imboscate. Cosa di cui non c’è stata traccia, sabato. Nessuna arma, nessuna imboscata. Solo uova e pomodori lanciati, che non hanno peraltro colpito nessuno. Perché dare dunque l’impressione di qualcosa che non c’è stato? A chi serve? A cosa serve?