• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ricerca documenti

Il centro è cieco, la verità si vede dai margini. Quest'affermazione di metodo, propria degli studi post-coloniali e anche della più recente "antropologia di prossimità", mi è tornata in mente la mattina del 27 giugno alla Maddalena, frazione di Chiomonte, quando visto da lassù - da quel fazzoletto di terra sulla colletta che divide il paese dall'autostrada del Frejus - il mainstream che ha segnato ossessivamente la vicenda della Tav è apparso di colpo per quello che è: vuota somma di affermazioni prive di senso reale. E si è affermata una realtà totalmente altra rispetto a quella che viene raccontata nei "luoghi che contano", nei palazzi del potere, nelle redazioni dei giornali, dagli opinion leaders metropolitani.

Il risultato dei referendum è inequivocabile.
È una vittoria dei movimenti che delinea finalmente una nuova agenda politica ecologista: "La difesa dell'acqua è un dovere di legittima difesa del genere umano. Perché di acqua siamo, e quando lo neghiamo stiamo tradendo la più antica memoria dell'umanità" (Eduardo Galeano).
Una nuova agenda politica antiliberista, che segna definitivamente il tramonto delle politiche neoliberiste messe in atto sia dal centrodestra che dal centrosinistra.
Una nuova agenda politica in cui la legg

Non era voce dal sen fuggita quella di Roberto Castelli, viceministro della Repubblica italiana. Sicché il suo timore (l'auspicio?) che in un futuro prossimo si debba far ricorso alle armi per respingere le "orde" d'immigrati è subito tradotto in proposta concreta dal compare Francesco Speroni. Autentico pioniere del razzismo leghista, a suo tempo indagato per attentato alla Costituzione e banda armata, costui è uno senza peli sulla lingua quando si tratta di competere in rozzezza, cattiveria, disprezzo degli "altri", dei diritti e della democrazia.

Dalle cronache da basso impero che quotidianamente avvelenano il nostro vissuto, emerge una società lacerata e avvelenata da troppi umori xenofobi, piena di paure e di risentimento.
La Lega veicola, con la sua campagna contro gli immigrati, una parte dello smarrimento sociale di fronte al peggioramento delle condizioni di vita e l'assenza di visibili alternative di sinistra, a conferma che la crisi non è solo economica ma anche civile e sociale. Certo, dobbiamo essere estremamente umili nel comprendere le condizioni che portano ad adesioni di massa alle campagne emergenziali, quanto determinati a sostenere il nostro punto di vista.