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Anche i deputati sognano. Persino quelli italiani, persino quelli del partito di governo. Ieri (13 settembre 2010) uno di essi ci ha svelato il proprio sogno, pure se inconsapevolmente, e ci ha detto cosa dobbiamo aspettarci, a cosa dobbiamo tendere, cosa dobbiamo sperare. Chiudete gli occhi, ascoltate: "E' assolutamente legittimo prostituirsi per fare carriera"; "Ci si presenta anche fisicamente agli elettori"; "Se una deputata o un deputato ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato".

L’attacco globale del ricco contro i poveri è sostenuto dall’ignoranza dei loro figli
di Mario Pancera

I ricchi oggi si chiamano imprenditori, industriali, banchieri, uomini dell’alta finanza: torniamo a chiamarli ricchi. I poveri si chiamano indigenti, bisognosi e via dicendo: torniamo a chiamarli poveri. I miserabili vengono chiamati clochard, senzatetto e simili: torniamo a chiamarli miserabili. Ricordiamo semplicemente, senza gli stravolgimenti dei politici e di tutti coloro che sono interessati alla confusione, che il lavoro produce il capitale, mentre non sempre il capitale produce lavoro: a volte vi contribuisce, a volte invece lo distrugge, provoca discordie, sommovimenti e crisi sociali. Il capitale è nelle mani dei ricchi, il lavoro è nelle mani dei poveri.

I giovani liceali e universitari che oggi hanno manifestato a Roma per contrastare la cosiddetta "riforma Gelmini", hanno offerto una bella lezione di pratiche nonviolente. Bravi davvero.
La zona rossa del centro cittadino era presidiata dalla polizia, il  salotto buono di Roma blindato e deserto, mentre loro sono andati a sfilare nelle periferie, lungo le tangenziali, lontani dai luoghi del potere, e hanno ricevuto gli applausi dei passanti (chissà se sono consapevoli di aver dato corpo alla visione capitiniana: "perché da una periferia onesta, pulita, nonviolenta, avverrà la resurrezione del mondo").