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Salvare i cittadini e la res publica dell'Europa dai suoi presunti salvatori, rigettando ogni rito sacrificale. Per una nuova comunità europea dei beni comuni, della giustizia vera, della libertà reale e della democrazia effettiva. L'importanza della rete dei comuni delineata a Napoli

Sono passate non più di due settimane dalla straordinaria vittoria referendaria sull'acqua e l'apparato politico istituzionale sembra essersi dimenticato la portata storica dell'evento. Così come con scarsa attenzione fu rilevato il record di raccolta firme - 1,4 milioni - ottenuto lo scorso anno dai movimenti per l'acqua nel più totale silenzio mass-mediatico (salvo poi scoprire lo "straordinario" ribaltone alle recenti elezioni amministrative), oggi l'insieme dei poteri forti economici e politici sembra accomunato da un unico obiettivo : negare, rimuovere, depotenziare.

Per lui l'acqua è madre e sorella, un bene essenziale, escluso che qualcuno possa rubarla. Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, di battaglie ne ha combattute tante, sempre in prima fila per la pace, la nonviolenza, i più deboli. L'idea che qualcuno possa privatizzare l'acqua gli fa commettere il suo unico peccato capitale: andare su tutte le furie. Avrà scritto almeno una decina di lettere a tutti per chiedere un passo indietro. L'ultima chiama a raccolta gli uomini e le donne di chiesa.

Il problema mondiale della crisi idrica esige riflessioni e risoluzioni internazionali che permettano di soddisfare il diritto basilare all'accesso a fonti d'acqua sane e sicure per la vita per i quasi due miliardi di esseri umani che attualmente ne sono deprivati. Occorre sempre ricordare che «il diritto all'acqua, come tutti i diritti dell'uomo, si basa sulla dignità umana, e non su valutazioni di tipo meramente quantitativo, che considerano l'acqua solo come un bene economico. Senza acqua la vita è minacciata. Dunque il diritto dell'acqua è un diritto universale e inalienabile» (PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, n. 485). Tale problema non è affatto nuovo per l'umanità, e non deve meravigliare che la Bibbia proponga paradigmi di relazioni umane legate all'accesso e all'uso dell'acqua.

Questa settimana verificheremo, in due circostanze, se i gruppi dominanti degli Stati, che si sono opposti alla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Riag) del 28 luglio scorso - che ha riconosciuto l’accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienici come un diritto umano fondamentale - saranno riusciti a sminuirne la portata e ad annacquarne il contenuto.

Il dibattito intorno alla gestione pubblica o privata del servizio idrico integrato non è una questione meramente ideologica o politica. Se da una parte è indubbio che esempi virtuosi di gestione si trovano a prescindere dagli assetti e/o natura societaria dei soggetti gestori è altrettanto vero l’opposto.