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In vista della consultazione popolare fissata a ottobre sulle modifiche alla Carta, il presidente emerito della Consulta elenca le ragioni per votare contro la deforma Renzi-Boschi e risponde alle obiezioni confezionate in questi mesi da chi e' a favore.

La legge di revisione costituzionale Renzi-Boschi investe l'intera seconda parte della Costituzione: ben 47 articoli su un totale di 139. Non è quindi, propriamente, una "revisione", ma un'altra costituzione, diversa da quella del 1948. Di qui il suo primo, radicale aspetto di illegittimità: l'indebita trasformazione del potere di revisione costituzionale previsto dall'articolo 138, che è un potere costituito, in un potere costituente non previsto dalla nostra Costituzione e perciò anticostituzionale ed eversivo.

Vorremmo vincere il referendum contro il golpe del governo così come lo vinsero i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cile nel 1988, che votarono No a Pinochet "senza odio, senza violenza, senza paura" ed abbatterono la dittatura fascista.

Credo che per cambiare passo alle nostre iniziative per fare vincere il NO al prossimo referendum costituzionale, sia necessario smascherare la favola , dell'Italia spendacciona che è vissuta sopra le proprie possibilità facendo incrementare il debito pubblico fino a farlo diventare di 2200 miliardi di euro... e quindi anche alla favola che votando SI al prossimo referendum si inizierebbe a ridurre i costi della politica.

Pietro Gori riferisce che Ernest Renan, nella sua “La vita di Gesù”, del1863, afferma che «[…] Cristo medesimo, condannato più come riformatore sociale che come religioso, era sotto ogni aspetto anarchico, giacché non ammetteva idea di governo, il quale a lui sembrava puramente e semplicemente un abuso. E partendo dal concetto che gli uomini eguagliati nelle condizioni, devono di necessità divenire fratelli, giungeva a conclusioni comunistiche».