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Dobbiamo attrezzarci fin da ora per la strenua battaglia che dovremo condurre con tutte le nostre forze contro l’evento più pericoloso di questa fase politica, che potrebbe introdurre danni irreversibili nella nostra comunità italiana e che per questa ragione non si può correggere dopo, ma occorre impedire prima. Non ci riferiamo all’una o all’altra delle proposte economiche e politiche per loro natura opinabili, che ogni maggioranza ha il diritto di avanzare, secondo i propri programmi o “contratti”, e su cui non vogliamo ora discutere, non trattandosi qui di prendere posizione pro o contro il governo. Ci riferiamo invece a una modifica di sistema, quella dell’art. 52 del Codice penale sulla legittima difesa.

Si fa sempre più profondo l'abisso fra ciò che sarebbe necessario fare per salvare l'umanità in pericolo e ciò che la politica umiliata dagli attuali protagonisti riesce a concepire e a fare. Ciò che si fa è ben rappresentato dall'ultima decisione del governo italiano, che è quella di mandare un piccolo esercito di 500 soldati e 150 mezzi nel cuore dell'Africa, in Niger, per controllare la via del deserto attraverso cui colonne di profughi e migranti raggiungono la Libia e, se non uccisi o imprigionati nei campi, prendono il mare trafficato dagli scafisti e, se sopravvivono agli abbandoni e ai naufragi, giungono sulle coste di Lampedusa e della Sicilia.

Diciamo la verità. Sono dispiaciuto e anche umiliato, come italiano che ama l'Italia nella pace e giustizia entro la famiglia di tutti i popoli, che l'inno di Mameli sia diventato inno nazionale ufficiale. Non solo le prime due strofe, ma tutte sei (come dice La Stampa, 15 novembre), anche se sono note negli stadi solo le prime due.

L'appello per l'iniziativa del 18 giugno lanciato da Anna Falcone e Tommaso Montanari, rischia sicuramente di rifare la stessa esperienza negativa del passato con la pura sommatoria dei vari partitini e associazioni che vivono fuori dal recinto del PD...

Ricordo di avere partecipato nel 2008, alla campagna elettorale a sostegno della Sinistra Arcobaleno...

Golpe democratico: l'art. 11 della costiuzione sulla guerra e' stato cancellato e sostituito da un nuovo disegno di legge del governo presentato dalla ministra della difesa pinotti.

L'art. 11 sostiene che: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

La Corte Costituzionale ha affermato che ci sono dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione, che non possono essere sovvertiti o modificati nemmeno da leggi di revisione costituzionale. Questi principi supremi affermati soprattutto nella prima parte della Costituzione sono in gioco nella seconda, che ne dovrebbe garantire l'attuazione; ma proprio questi sono ora disattesi o traditi nella riforma sottoposta al voto popolare del 4 dicembre.