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In Gran Bretagna è stato pubblicato il rapporto Chilcot, frutto di una inchiesta durata sette anni sull’intervento armato in Iraq. Il rapporto sancisce a livello ufficiale quello che i movimenti per la pace e papa Giovanni Paolo II nel 2003 avevano ampiamente spiegato: non vi erano prove dell’esistenza di armi di distruzione di massa in mano a Saddam; la via militare fu scelta senza esaurire le altre opzioni; è stato rilanciato il terrorismo "islamista". Qualcosa di simile è avvenuto in Libia. Quelle guerre sono state più gravide di conseguenze devastanti della crisi finanziaria.

Dobbiamo con profondo rammarico denunciare che la capacità mimetica della guerra e la giustificazione della violenza si accrescono in modo inatteso nella generale indifferenza con un uso e un abuso della parola pace. Ne è stata dolorosa prova l’attribuzione il 13 aprile 2016 del premio Napoli Città di Pace all’attuale ministra della Difesa Roberta Pinotti da parte dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.

Stiamo vivendo giorni di bombardamenti e devastazioni atroci su molte città.

Tragedie che ci richiamano alla Costituzione del Concilio Vaticano II ‘Gaudium et spes’ e alla sua condanna della guerra totale, l'unica condanna in un Concilio ‘pastorale’.

Essa così afferma al n. 80: "Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e con fermezza e senza esitazione deve essere condannato".

Il Consiglio Nazionale di Pax Christi, riunito a Firenze il 6-7 febbraio 2016, ricorda tre persone venute a mancare in questi giorni:

Giulio Regeni, giovane barbaramente ucciso in Egitto; attento ai movimenti sociali, culturali e sindacali di quel Paese; esempio di impegno per la costruzione di ponti di umanità in un contesto lontanissimo dalle condizioni di uno stato di diritto .

Nanni Salio, amico e studioso di nonviolenza sociale e politica.

Geries Khoury, anch’egli amico di Pax Christi, teologo e appassionato difensore dei diritti del suo popolo e della sua terra, la Palestina.

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