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Nelle settimane passate è apparso in Italia un testo di Papa Bergoglio, che a me sembra di grande importanza. Si tratta dell’intervento da lui pronunciato a un Congresso internazionale di teologia (da lui stesso voluto e preparato), svoltosi a San Miguel in Argentina dal 2 al 6 settembre 1985, sul tema “Evangelizzazione della cultura e inculturazione del Vangelo”.

Questo testo di Bergoglio, papa Francesco, ripreso oggi, interessa non solo chiesa e cultura laica, come mostra Asor Rosa nel suo articolo "Il vangelo del conflitto". A me sembra interessante per la cultura della pace, nella linea tolstojana-gandhiana, che è la più seria e profonda e realistica, non moralistico-esortativa, ma culturale-politica .

In questo tempo carico di tensioni e orrore, l'amico Angelo Levati ci ha inviato il discorso tenuto dal Card. Carlo Maria Martini il 6 dicembre 2001, pochi giorni dopo l'attacco dell'11 settembre. Ci sembrano riflessioni quanto mai attuali.

“Non avrete il mio odio”. È questo il titolo della lettera aperta scritta da Antoine Leiris, un uomo che ha perso la moglie in uno degli attentati di Parigi venerdì sera. Sono parole diverse, nuove, che non si lasciano contaminare dall’odio o dalla sete illimitata di vendetta con cui l’essere umano tende a rispondere all’altro in questi casi. Nel suo appello, Antoine, aggiunge “Insieme – lui e suo figlio N.d.A. – siamo più forti di tutte le armate del mondo”. Non si lascia schiacciare dalla paura, non incita alla violenza cieca e acefala con cui l’uomo si fa avanti per abbattere la differenza dell’altro: questo è un vero grido di speranza, un nuovo modo di costruire l’orizzonte delle possibilità, un’apertura sul mondo.

Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell'attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l'angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa.

Ancora una volta abbiamo assistito all'ennesima triste manifestazione della violenza.
Ancora oggi si muore di bombe, terrore, fame e misera.
Ancora una volta la paura rischia di fomentare odio e generare altra violenza.
Ancora oggi non ci rendiamo conto dell'immenso e quotidiano lavoro che c'è da fare.

Due avvenimenti particolarmente drammatici stanno finalmente svegliando il mondo europeo e occidentale, che sembra avere scoperto quello che tutti sapevano, ma che preferivano ignorare. Il fatto, cioè, che in tutto il medio Oriente, Turchia compresa, è in atto il ribollire di un vulcano che ora rischia di esplodere con conseguenze tali da coinvolgere l’intero pianeta.


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