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Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell'attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l'angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa.

Ancora una volta abbiamo assistito all'ennesima triste manifestazione della violenza.
Ancora oggi si muore di bombe, terrore, fame e misera.
Ancora una volta la paura rischia di fomentare odio e generare altra violenza.
Ancora oggi non ci rendiamo conto dell'immenso e quotidiano lavoro che c'è da fare.

Due avvenimenti particolarmente drammatici stanno finalmente svegliando il mondo europeo e occidentale, che sembra avere scoperto quello che tutti sapevano, ma che preferivano ignorare. Il fatto, cioè, che in tutto il medio Oriente, Turchia compresa, è in atto il ribollire di un vulcano che ora rischia di esplodere con conseguenze tali da coinvolgere l’intero pianeta.


Se prendessimo sul serio i principi suggeriti da papa Francesco nella "Evangelii Gaudium" per costruire una vera comunità umana - il tempo è superiore allo spazio, l'unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell'idea, il tutto è superiore alla parte - avremmo i criteri supremi per trovare soluzione ai problemi più angosciosi dell'attuale momento storico. Avere gli occhi aperti sul mondo non vuol dire però avere uno sguardo d'assieme grazie al quale cavarsela esprimendo semplicemente buoni sentimenti generali, ma vuol dire affrontare le cose una per una e cercare di sciogliere i nodi reali.

"In questo periodo così drammatico, nonostante tutto occorre vivere la passione per la pace ed essere testimoni pazienti e scomodi di un sogno possibile".

Così il nuovo presidente vescovo di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, ha aperto il 24 gennaio a Firenze il Consiglio nazionale del movimento che intende sviluppare il messaggio di papa Francesco del 1 gennaio 2015 "Non più schiavi ma fratelli" contro le moderne schiavitù, le pratiche dell'asservimento e dello scarto, la ferocia delle violenze e il riarmo.

Il 30 gennaio del 1948 M.K. Gandhi veniva assassinato da un fondamentalista indù, che voleva vendicarsi per la politica di convivenza interreligiosa attuata dal Mahatma per la sua apertura nei confronti dei musulmani.

Gandhi è il fondatore della nonviolenza moderna, che ha indicato una possibile via d'uscita dalla follia della guerra e del terrorismo. Ci ha mostrato che è possibile difendersi e liberarsi dalla violenza utilizzando metodi civili, non armati, nonviolenti. E' dunque il “testimone” della nostra Campagna e per questo lo vogliamo celebrare nell'occasione della ricorrenza, moltiplicando il nostro impegno.

La Rete della pace aderisce alla giornata internazionale di mobilitazione "save Kobane" per la difesa della popolazione e delle città della provincia di Rojava dall'assedio dell'Isis, indetta per il prossimo 1 novembre alle ore 14:00 che vedrà iniziative in tante città europee.

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