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Chiariamo bene una cosa: il problema non è mai stato la Siria. Dopo che il governo britannico guidato da David Cameron ha subito la sconfitta più umiliante, quando i parlamentari ribelli di tutti gli schieramenti si sono uniti per impedire che il nostro paese partecipasse a una nuova guerra in Medio Oriente, ecco cos'ha detto il ministro delle finanze George Osborne: "Penso che a livello nazionale dovremmo cominciare a riflettere sul nostro ruolo nel mondo e a chiederci se il Regno Unito vuole fare la sua parte nel sistema internazionale, essere il grande paese aperto e commerciale che mi piacerebbe che fosse o tirarsi indietro. Spero che questo non diventi il momento in cui quanto pare, i voltiamo le spalle ai problemi del mondo". Non ha parlato di "nuovi spargimenti di sangue". Non ha detto che l'uso di armi chimiche è assolutamente inaccettabile".

Non basta essere il primo presidente di colore e democratico per rappresentare la novità, se poi nel concreto le politiche messe in atto non rappresentano una reale discontinuità con la logica imperialista che ha caratterizzato la politica americana negli ultimi decenni e con le politiche che contrastino l'aumento delle disuguaglianze.

La storia della Medicina non consiste solamente nei suoi progressi scientifici e terapeutici, ma anche nella storia del suo rapporta con la società in generale. In particolare, nell’uso che della Medicina è stato fatto per giustificare “scientificamente” pregiudizi sociali e politici, come le inferiorità razziali e delle donne, e la conseguente “necessità” di eliminare anche fisicamente esseri giudicati razzialmente o geneticamente inferiori.

Pubblichiamo tre relazioni che sono state tenute all'interno dell'iniziativa ““ Qui sotto ... un rifugio antiaereo! - due chiacchere sui rifugi antaerei a Massa sulla guerra e sulla pace” svoltasi il 22 luglio scorso: “La scoperta e il recupero dei rifugi: il come e il perché” e “I bombardamenti aerei armi di guerra e di strage”, tenute dall'ing. Andrea Bontempi, e “Le ragioni della pace”, tenuta da Gino Buratti dell'Accademia Apuana della Pace.

Di seguito l'intervento di Gino Buratti.

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