Ci sono ancora ragioni per marciare per la pace?
- Sergio Bassoli
- Categoria: Cultura di Pace
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L’impegno per costruire le condizioni di una esistenza comune, universale, da ‘tempo di pace’ è un impegno costante, permanente, non può essere considerato solo come un impegno che scatta quando leggiamo sui giornali o ascoltiamo le notizie di un nuovo pericolo di guerre.
Libia: Ippocrate? Lasciamolo in pace
- Pax Christi Italia
- Categoria: Cultura di Pace
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Il nostro Governo ha deciso di procedere ad un intervento di natura militare in Libia denominato "Ippocrate".
Il medico e scienziato Ippocrate direbbe che per superare le sofferenze bisognerebbe andare alle cause e riterrebbe sbagliato il ricorso allo strumento militare per risolvere una situazione degenerata proprio a seguito di devastanti spedizioni militari. Più volte è capitato all'Italia di vendere con una mano armi e di offrire con l'altra aiuti sanitari in un gioco orribile e contraddittorio di interventi contrapposti (un esempio: la vendita di mine antiuomo nel Corno d'Africa e l'invio di medici per curare i colpiti dalle mine).
Libia - Rete Disarmo e Rete Pace: non serve invio di forze militari ma visione ampia e ricostruzione democratica
- Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace
- Categoria: Cultura di Pace
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La Rete Italiana per il Disarmo e la Rete della Pace esprimono forte preoccupazione sulla decisione da parte del Governo Italiano di procedere ad un intervento di natura militare in Libia, e ribadiscono la propria contrarietà a qualsiasi tipo di intervento armato.
La soluzione per la grave situazione conflittuale in corso da anni in Libia potrà derivare solo da una visione politica ampia che metta al primo posto la ricostruzione di un tessuto democratico a partire dal rafforzamento della società civile, cosa impossibile da effettuarsi con le armi.
A maggior ragione nel momento in cui all'imminente sconfitta di Daesh in Libia rischia di riaccendersi una guerra civile tra Tripoli e Tobruk come già evidente negli ultimi recentissimi sviluppi relativi alla avanzata delle milizie del generale Heftar, nella cosiddetta Mezzaluna petrolifera.
Il mondo che non vogliamo!
- ComboniFem - Redazione Newsletter Suore Comboniane
- Categoria: Cultura di Pace
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Le immagini che abbiamo visto, in tutti i media, dei corpi dei poliziotti turchi, costretti a stare seduti in terra, ammucchiati e denudati, rimandano a quelle dei racconti delle ragazze e ragazzi protagonisti, quindici anni fa, della “macelleria messicana” (così venne definita allora) del G8 di Genova. Foto sovrapponibili per un comune denominatore: l’umiliazione della dignità umana e la soppressione dei diritti civili, politici e sociali.
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