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Un vero colpo di mano quello che ha voluto mettere fuori gioco Lidia Menapace alla candidatura alla Presidenza della Commissione Difesa del Senato. Un schiaffo alle tante proposte sui temi del disarmo tra cui la difesa popolare nonviolenta e la riconversione dell'industria bellica tanto invocati e sostenuti in questi anni da moltissime realtà della pace in Italia.
La Rete di Lilliput auspica un ripensamento e una presa di posizione del partito dell'Italia dei Valori e dell'Unione affinché i percorsi del disarmo siano maggiormente considerati e valorizzati nelle sedi parlamentari.
Questo segnale suscita preoccupazione sul metodo con cui l'Unione intende affrontare i temi della pace e del disarmo in quanto crediamo che per una politica di prevenzione dei conflitti occorra una strategia compatta e condivisa che non lasci intravedere segnali controversi.
Per questo chiediamo le dimissioni del neo-eletto Presidente della Commissione della Difesa del Senato e una chiara conferma della senatrice Menapace precedentemente indicata dall'Unione.

Spesso si sente parlare di "diritto" alla privacy, tanto che come garanti nell'Autorità sulla
Privacy hanno messo dei paladini dei diritti.

Non ho mai creduto che la privacy fosse un diritto. Non ho mai ritenuto il segreto qualcosa di positivo e ho sempre diffidato di chi aveva dei segreti da tenere. Non penso che sia un diritto nascondere le informazioni ma è un diritto che non si abusi delle informazioni che si hanno a disposizione.

Se sono omosessuale, cattolico, ateo, mussulmano, comunista o fascista devo avere il diritto di esserlo senza subire conseguenza negative, e non devo essere costretto a esplicitarlo, potendo scegliere di divulgare o meno l'informazione, ma da qui ad affermare il diritto alla

Pubblicato su "La nonviolenza è in cammino", n. 1265 di giovedì 13 aprile 2006.
Dal sito della Libera università delle donne di Milano

Tra i molteplici significati che ha assunto la parola libertà, ce ne sono due in particolare che la seguono da sempre come un'ombra: la negazione, la presa di distanza, la fuga da qualcuno o qualcosa, e la parentela con la scena pubblica.
Libero, nel lessico greco e latino, è il non schiavo: maschio, adulto, appartenente a una comunità di eguali a cui è affidato il governo della città, figlio di genitori nati a loro volta liberi, in grado di sostenersi in armi e perciò dotato di poteri politici. È il cittadino guerriero. Fuori, negli interni domestici che la libertà e la politica si lasciano alle spalle, ci sono gli schiavi, le donne, gli adolescenti, esclusi dalla partecipazione alla cosa pubblica ed espropriati della loro stessa vita. Ma, sacrificato sull'altare della polis, è anche l'individuo, sottoposto in tutto, fin nelle sue scelte più intime, all'autorità del corpo sociale.