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Un neofascista simpatizzante di Casa Pound uccide due senegalesi e ne ferisce altri tre a Firenze, la città di Balducci e di La Pira, per poi suicidarsi.

Un gruppo di torinesi da fuoco ad un campo rom per vendicare una inventata violenza sessuale.

Parlare di follia, individuale e collettiva, è sicuramente improprio.

Esiste qualcosa di profondo, di malato, nella nostra società, nella nostra cultura: non è semplicemente follia, è come se in questo ultimo ventennio berlusconiano avessimo fatto tabula rasa di paletti e punti di riferimento.

Piscine sugli scogli, case coi piedi nei torrenti: lo scatenamento degli speculatori è la terribile metafora della crisi economica che fa tremare l'Europa, soprattutto il nostro paese sgovernato e abbandonato da politci preoccupati dei loro affari.

In questi ultimi anni abbiamo più volte indicato non solo l’afonia dei cattolici in politica – la debolezza di rilevanza nella progettazione e nella costruzione della polis – ma anche le cause che l’hanno prodotta, tra cui l’intervento diretto in politica di alcuni ecclesiastici e la scelta di agire come un gruppo di pressione. La diaspora dei cattolici in politica agli inizi degli anni ’90 appariva non solo come una necessità motivata, ma anche come una preziosa “opportunità”, una “benedizione”: rendeva infatti evidente che la comunità cristiana vive di fede e di coerente comportamento etico, ma non di soluzioni tecniche nella politica e nell’economia.

E' successo così. Hanno catturato Gheddafi, lo hanno preso a schiaffi, insultato, e poi, non si sa come né perché, gli hanno sparato un colpo in testa. Un avvenimento di cui si discuterà, anche animatamente, per qualche giorno; poi se ne parlerà sempre meno; e più avanti ogni tanto spunterà fuori una novità, un filmato o una foto inediti, le rivelazioni di chi c'era, una riflessione più sicura sui perché e, soprattutto, sul mandato di chi è accaduta una cosa del genere. Questa è la premessa.