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Care amiche e compagne,
in questi giorni si sono susseguite notizie sulle manifestazioni e iniziative di novembre contro la violenza di genere e contro la cultura in cui questa violenza nasce e cresce. Non possiamo che essere felici di questo moltiplicarsi di iniziative che, ci pare, non sono in contraddizione con la necessità di un lavoro più profondo e quotidiano ma ne sono l’esito.

Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza", n. 652 del 27 novembre 2008
Dal sito della Libera università delle donne di Milano (
www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente intervento del 24 novembre 2008 dal titolo "Perché gli omicidi in famiglia sono sempre inspiegabilì?"

Il rapporto tra gli uomini e le donne, il perverso tragico annodamento di dominio e amore, deve essere davvero la "roccia basilare" contro cui si arrestano ragione, cultura, responsabilità civile e morale, se, riguardo alla strage avvenuta in una famiglia di Verona alcuni giorni fa, nè la televisione nè i giornali sono andati oltre la nuda cronaca dei fatti, se a nessuno è venuto in mente di chiedersi la cosa più banale e più sensata: perché la decisione di una donna di separarsi riesce a scatenare la furia omicida-suicida dell'uomo che con lei ha vissuto e visto crescere figli?

Pubblicato su Nonviolenza femminile. plurale, n. 221 del 27 novembre 2008 tratto dal sito della Libera università delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it)

Penso che sia importante, per non dire necessario, che il 22 novembre si torni a manifestare contro la violenza maschile che quotidianamente avviene nelle case.
Nonostante gli sforzi di molte donne, che hanno tentato di farne un problema politico di primo piano - tenuto conto che si parla di un rapporto di potere che opprime metà degli esseri umani -, è tornata ad essere, nei mezzi di informazione, solo cronaca nera, e per le forze politiche solo una ricorrenza da celebrare una volta all'anno.