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Non spaventino le parole in sé enormi, e rassicuri invece il fatto che il mio palcoscenico è piccolo e facilmente accessibile. Sarebbe infatti davvero da presuntuoso pensare di affrontare questioni così infinite che appartengono alla storia del pensiero umano e che con le loro concatenazioni si può dire lo completino. Libertà, moralità, responsabilità, causalità, determinazione, etc. sono in effetti termini per quali è bene consultare le enciclopedie e le biblioteche. Il loro uso da parte mia è quindi un trucco che rivela anche una certa ingenuità, non ho in effetti ambizioni di verità, unico mio fine possibile e valido rimane sempre e solo coltivare curiosità o, se si vuol dirla in altro modo, domande.

Sono socio dell’ANPI che è un ente morale. Sono vice presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Apuano e membro del CD dell’Istituto Storico della Resistenza Toscana che si richiamano espressamente alla Costituzione ed ai suoi valori etici e morali. Sono anche un dipendente statale tenuto ad una condotta pubblica e privata fondata sul senso morale. Non sono religioso ma da laico credo in una coscienza morale che si fonda sulla natura umana e che è patrimonio di tutti gli uomini e di tutte le donne.

Se avessi partecipato a uno di questi dibattiti televisivi che rendono la gente convinta che i politici sono tutti uguali, mi sarei rivolta direttamente ai telespettatori per dire "amici, ma la Santanché con il dito medio alzato, vi piace? contenti se lo facesse vostra figlia nei vostri confronti? e voi, lo fate ai vostri genitori? Ma perché non spegnete il telecomando, almeno per segnalare che non siete complici? State facendo la stessa parte in commedia, mentre il fango è ormai nel frullatore". Nessuno mi inviterebbe più - sarà per questo che non lo fa nessuno - ma mi sarei cavata la voglia di compiere una specie di dovere.

Nell’ambito della discussione infinita sulla dialettica tra servo-padrone, che Hegel usò  addirittura per riflettere sul processo di autocoscienza, c’è chi ha scritto che una persona che si fa aiutare ad indossare un cappotto è di per sé già un "corruttore", perché fomenta un atteggiamento servile utile ad ottenere qualcosa.