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Dunque, volete parlare con me. Di donne, di femminismo. Di violenza, sessismo, stupro. Siete convinti di avere un sacco di argomentazioni e spiegazioni e idee che io non avrei mai sentito prima. Non volete mica essere aggressivi o supponenti, si tratta solo di discutere. E io non voglio parlare con voi. Che atteggiamento è questo?

La 25enne Ragae Hammidi di Casablanca, Marocco, ha una doppia vita. Cinque giorni la settimana frequenta una scuola commerciale, ma nei fine settimana è una giornalista che esce nelle strade con una piccola videocamera e gira video di persone e questioni che i professionisti dei media lasciano in disparte: “Riporto quel che accade alle ragazze e alle giovani donne. E’ la mia storia. Se quelli che avrebbero la responsabilità di farlo non lo fanno, allora ho il dovere di dirlo io.”, dice Hammidi. E fa un esempio.

Chi siamo

Siamo un gruppo di cittadine e cittadini, anche appartenenti ad associazioni, movimenti, gruppi informali e partiti politici, che hanno deciso di realizzare una rete, mettendo in comunicazione e in relazione fra loro esperienze, saperi, punti di vista e professionalità per rispondere ad un aspetto caratterizzante della nostra società: la cultura patriarcale e maschilista. Ci muove la consapevolezza che viviamo in una società caratterizzata da profonde ingiustizie sociali, economiche e relazionali, fra le quali, la prevaricazione di genere assume un ruolo cruciale, anche e soprattutto per la dirompenza e la violenza con cui si manifesta.

Pubblichiamo il contributo che gli psicologi Gianfranco Bontempi e Michela Zantetti hanno dato in occasione della manifestazione "VIVA", per ricordare il femminicidio di Cristina Biagi.

Quella sera ho miagolato.
Era un miagolio stridulo quello che usciva dalla mia bocca, niente a che fare con una voce.
Supplicavo chi mi stava di fronte, troppo vicino, terribilmente vicino, di andarsene, di calmarsi.
Gli dicevo che non lo avremmo più cercato, mia figlia ed io.
Aveva appena minacciato di sfondarci di botte.
Eppure era stato lui a voler venire, ne sentiva il bisogno.
Stava male ed io lo avevo accolto: era mio marito.

Fabiana aveva 15 anni, Carolina 14. La prima è stata accoltellata e bruciata viva dall’ex fidanzato diciassettenne, la seconda si è gettata dal balcone, cinque mesi fa, dopo che un gruppetto di piccoli uomini (tra i 15 e i 17 anni) aveva pubblicato sui social network un filmato delle molestie che era stata costretta a subire durante una festa.