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Gentili redattori , leggo in questi giorni  articoli sull’ospedale unico in cui si mettono in evidenza i costi esorbitanti dell’edificio ancora da costruire e soprattutto l’anomala lievitazione delle spese. Ebbene sarebbe opportuno, in nome della trasparenza, che i cittadini venissero informati, una volta per tutte, che il costo del nostro ospedale è ad oggi, prima che si sia dato inizio ai lavori di edificazione, raddoppiato rispetto al preventivo, stando ai dati della Regione aggiornati al dicembre 2010: ben 151 milioni di euro invece di 70.000. Non solo ma non sono preventivabili nè  la spesa di costruzione nè i tempi di esecuzione dei lavori, perché non c’è certezza tecnica per la edificazione di un’opera di tali dimensioni dal momento che il sito prescelto presenta  una  falda  a  quota prossima al piano di campagna.

All'inizio di luglio si prevede di riavviare i lavori dell’ospedale unico. Il prezzo, tra avii, fermi e riavvii di lavori, è raddoppiato. Tutto questo causa la scelta, spacciata come scelta di equilibrio, di baricentricità geografica tra Massa e Carrara. Poco hanno significato i richiami di allarme che il mondo ambientalista ha lanciato segnalando la falda a pochi centimetri,  oltre alla delicatezza dell'area nel complesso essendo area SIN e zona di risorgive. Tutto questo comporterà l'incertezza della data di consegna perchè quali e quanti saranno i problemi che andranno risolti è ancora tutto da vedere e dunque anche il costi sono tutti da quantificare.

Ho avuto la fortuna di ascoltare don Luigi Ciotti al seminario, organizzato dalla Fondazione Devoto a Firenze il 24 marzo u.s., "Emergenza Civiltà: percorsi di inclusione sociale in Toscana e sul territorio nazionale".

Confesso che è stata una relazione rigenerante, di cui sicuramente ne percepivo il bisogno, e voglio condividere con voi alcune suggestioni che mi hanno particolarmente coinvolto e che credo possano essere utile nel ripensare un agire politico diverso.

Prendendo spunto dalle denunce del consigliere Benedetti del PDL in merito alla situazione dell' “accampamento” di Rom e Sinti in via don Minzoni a Massa, penso che sia necessario riflettere seriamente su un problema, sicuramente complesso e difficile, quale quello della convivenza con il mondo dei nomadi.